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Contro l’aumento del bollo sul deposito titoli

Banca Etica contro l’aumento del bollo sul deposito titoli
Biggeri: “Misura iniqua che danneggia i piccoli azionisti e i risparmiatori”

 

Padova, 06 luglio 2011_ Banca Etica esprime profonda preoccupazione per alcune delle norme contenute nella bozza di manovra economica allo studio del Governo in queste ore. «La proposta di aumentare l’imposta di bollo sulla custodia titoli da 34,20 euro l’anno a 120 euro l’anno (che potrebbero diventare 380 dal 2013 per investimenti superiori ai 50mila euro) appare iniqua e dannosa – dice il presidente di Banca Etica, Ugo BiggeriTriplicare un’imposta senza prevedere una forma reale di progressività è una misura enormemente regressiva. Si colpiscono i piccoli risparmiatori e si incoraggia la speculazione. Molto migliore appariva l’ipotesi inizialmente abbozzata dal Governo stesso e auspicata da un’ampia parte della società civile riunita nella Campagna Zerozerocinque di introdurre una Tassa dello 0,05% sulle Transazioni Finanziarie (TTF) che non inciderebbe quasi per nulla su chi investe piccole cifre ma sarebbe sufficiente a scoraggiare gli speculatori che hanno innescato la crisi».

Per fare un esempio, un risparmiatore che in un anno acquista 50mila euro di titoli, se sottoposto a una tassa sulle transazioni finanziarie dello 0,05% avrebbe un costo supplementare di 25 euro. Con l’aumento dell’imposta di bollo il costo sarà, invece, di ben 85,80 euro in più rispetto a oggi (quasi 5 volte la TTF). Uno speculatore che effettua compravendite in titoli pari a 50milioni di euro l’anno, con la TTF, sarebbe stato costretto a pagare circa 25.000 euro. Con l’ipotesi attuale di aumento della custodia titoli, invece, anche lui se la caverà con soli 85,80 euro aggiuntivi rispetto a oggi (solo lo 0,5% della TTF). Una cifra che potrebbe crescere un po’ dal 2013 ma sempre restando irrisoria rispetto alle transazioni speculative effettuate.
In pratica si riduce in misura considerevole il gettito per lo Stato e si va a colpire la classe media, l’azionariato diffuso e i piccoli risparmiatori a vantaggio delle banche, ovviamente più supportate in termini di lobbying istituzionale.

«La misura appare penalizzante per le banche cooperative come Banca Etica, che pur non avendo in alcuno modo contribuito a creare la crisi, ma anzi avendo svolto un’azione anticiclica aumentando fortemente il credito alle imprese sociali (+24,1% su base annua), devono oggi rafforzarsi a livello patrimoniale, anche in conseguenze delle nuove norme sui requisiti patrimoniali (c.d. Basilea III). Per diventare Soci della Banca è necessario aprire un deposito titoli, il cui costo, di fatto, potrebbe quadruplicarsi nei prossimi mesi: un costo aggiuntivo per chi vuole investire nella finanza etica. Banca Etica ha sempre sostenuto le persone e le famiglie che diventano socie della banca, anche facendosi carico direttamente dei costi del bollo per il deposito titoli, ma con le nuove cifre sarà più difficile continuare a farlo. Se le norme dovessero diventare definitive, di fatto si sta seriamente ostacolando l’idea di un azionariato critico diffuso e la possibilità di pensare a un’associazione di piccoli azionisti che possa partecipare dal basso alle Assemblee. Auspichiamo che il Governo o successivamente il Parlamento possano rivedere questa dannosa proposta », conclude Biggeri.