GIT Salerno
Gruppo di Iniziativa Territoriale di Banca Etica
Articolo comparso sul quotidiano”La Città” del 31 marzo 2016
SALERNO. Un uso responsabile e consapevole del proprio denaro, attento alle conseguenze non economiche delle azioni economiche e finalizzato ad un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale: è il principio alla base della filosofia di Banca Etica, unica istituzione bancaria italiana interamente orientata alla finanza etica. Un’alternativa, praticabile e seria, al sistema bancario tradizionale, colpito recentemente da ripetuti scandali e casi di corruzione. Sulla scia dell’esperienza delle MAG (Mutue per l’Autogestione) 22 organizzazioni del terzo settore diedero vita, nel 1994, all’associazione Verso la Banca Etica; cinque anni più tardi iniziò l’operatività di Banca Popolare Etica con l’apertura della filiale di Padova. Costituito in forma di società cooperativa per azioni, l’istituto si caratterizza per la forte e diffusa partecipazione dei soci nel capitale sociale (oltre 53 milioni di euro conferiti da circa 37mila soci, dati al 30/11/2015) e per la gestione democratica dei processi decisionali secondo il principio capitario “una testa, un voto”. A livello locale i soci si raccolgono nel Git (Gruppo di iniziativa territoriale), che si configura come un’associazione di fatto; il gruppo di Salerno è stato uno dei primi e tra i più attivi a livello nazionale sin dagli albori della fondazione della banca. «Perseguiamo un duplice obiettivo – spiega Pino D’Ammora, medico legale e coordinatore del Git Salerno – Da un lato fungiamo da punto di contatto tra Banca Etica le realtà imprenditoriali e sociali del territorio; dall’altro, promuoviamo la cultura della finanza etica, la quale risponde alla domanda “Cosa fa la banca con i miei soldi?” e si basa innanzitutto sulla trasparenza. Banca Etica è infatti l’unica banca in Italia e tra le poche al mondo a pubblicare online i finanziamenti erogati alle persone giuridiche (visibili all’indirizzo http://www.bancaetica.it/finanziamenti). Per la prima volta, ho visto concretamente che ci si può battere per il proprio mondo e non più solo per il proprio paese».
Numerosi sono i soci attivi. «Far parte del Git mi offre l’opportunità di confrontarmi con altre persone e contribuire alla costruzione di una società più giusta, anche quando ricorre ai servizi bancari» è la testimonianza di Gianpiero Catone, educatore sociale.
«Prima di diventare correntisti di Banca Etica eravamo clienti di un altro istituto che finanzia i produttori di armi nucleari. Ciò andava in controsenso rispetto alla nostra attività: abbiamo infatti avviato un gruppo di acquisto solidale che sostiene la filiera corta biologica e la tutela dell’ambiente». Motivano così la loro scelta consapevole Erminia e Sebastiano del Gas Cipollotti.
Una esclusività di Banca Etica è che di fronte alle richieste di finanziamento compie una doppia istruttoria: una è quella classica di tutte le banche sulla solvibilità finanziaria del cliente; l’altra, ugualmente importante, è la valutazione sociale. «Il finanziamento deve essere sostenibile alla luce sia di elementi economici, ossia remunerare l’investitore e la banca, che di elementi non economici; deve cioè incidere positivamente sul tessuto sociale, sulla creazione di posti di lavoro, sull’ambiente» prosegue D’Ammora.
La struttura operativa di Banca Etica è composta, oltre che dalla sede centrale di Padova, da 17 filiali e da una rete capillare di promotori finanziari detti “banchieri ambulanti”. In Campania è stato inaugurato di recente l’ufficio del banchiere ambulante responsabile per le province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. Questa nuova figura professionale avrà sicuramente un impatto positivo sul territorio in termini di raccolta e impieghi che, a chiusura dell’ultimo esercizio, hanno fatto registrare numeri lusinghieri: rispettivamente 3.591.696 euro (+28% rispetto al 2014) e 5.496.592 euro (+33% rispetto al 2014), di cui ben 3.979.970 euro destinati a persone giuridiche (i dati si riferiscono a Salerno e provincia).
«La mia missione principale è rendere i risparmiatori ancora più consapevoli circa l’utilizzo del proprio denaro; l’aspetto economico è secondario – osserva Luca Porrazzo, il banchiere ambulante – Concediamo credito alle realtà del terzo settore e alle imprese impegnate nelle energie rinnovabili, nel turismo responsabile, nella cooperazione sociale, nella cultura. È interessante notare che Banca Etica investe nella nostra comunità molto più di quanto raccolto: la percentuale di risparmio che si trasforma in credito è pari al 153%».
Numeri incredibili, a cui si accompagna un altro dato strabiliante: soltanto lo 0,2% di sofferenze lorde. «Evidentemente gli aspetti etici della finanza hanno un loro ritorno, anche dal punto di vista del lecito profitto» conclude sorridendo D’Ammora.
Alberto Gentile