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Le nuove regole sulla gestione delle crisi bancarie e la solidità di Banca Etica

A conclusione di questo 2015 abbiamo assistito alla prima sperimentazione di salvataggi bancari con il meccanismo del cosiddetto “bail-in”. Il Governo Italiano ha deciso di salvare 4 banche medio-piccole, in default a causa di una gestione opaca, imponendo un contributo ingente anche a chi, come Banca Etica, ha sempre rifiutato la speculazione e sostenuto l’economia reale e sostenibile. Ora, a seguito del decreto salva-banche, ci viene richiesto un contributo che a valere sugli esercizi 2015 e 2016 potrebbe sfiorare complessivamente un milione di euro. Una cifra importante, che sottrae risorse allo sviluppo sostenibile e all’economia sociale a cui Banca Etica fa credito. Riteniamo questo provvedimento iniquo e ci siamo attivati fin da subito per far sentire la nostra voce nelle sedi istituzionali.

Con questo post vogliamo approfondire le informazioni relative alle nuove regole europee sulla gestione delle crisi bancarie e offrirti lo scenario sulla solidità di Banca Etica.

Le nuove regole europee sulla gestione delle crisi bancarie

E’ utile dedicare qualche minuto a leggere per intero il documento della Banca d’Italia che spiega in modo chiaro e semplice “Che cosa cambia nella gestione delle crisi bancarie” !

A partire dal 1° gennaio 2016 sarà pienamente applicabile la Direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive), recepita in Italia dai Decreti Legislativi n. 180 e 181 del 16 novembre 2015. Questa direttiva introduce in tutti i Paesi europei regole armonizzate per prevenire e gestire le crisi di banche e imprese di investimento, limitando la possibilità di interventi pubblici da parte dello Stato. In particolare, alle Autorità preposte alla soluzione delle crisi bancarie (in Italia, la Banca d’Italia – Unità di Risoluzione e gestione delle crisi e per le banche vigilate a livello europeo, il comitato di risoluzione unico ) sono attribuiti poteri e strumenti per la gestione dei dissesti bancari, o situazioni a rischio di dissesto.

Il bail-in (salvataggio interno) è uno degli strumenti applicabili in una procedura di risoluzione.

Il bail-in prevede che le perdite delle banche portate a risoluzione vengano assorbite da azionisti e creditori secondo una ben precisa gerarchia. Si procederà alla riduzione, totale o parziale, del valore nominale, fino alla concorrenza delle perdite, secondo l’ordine indicato:

  1. delle azioni e degli altri strumenti rappresentativi di capitale;
  2. delle obbligazioni subordinate (o junior, il cui rimborso, in caso di liquidazione dell’emittente, non è assicurato);
  3. delle obbligazioni non subordinate (senior) e dei depositi interbancari e delle grandi imprese;
  4. dei depositi delle persone fisiche e piccole e medie imprese (per la parte eccedente l’importo di  100.000 euro, protetto per legge dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi).

Una volta assorbite le perdite, si procederà alla conversione degli strumenti 2. 3. 4. in azioni, secondo l’ordine sopra indicato.

Sono soggette al bail-in tutte le passività, ad eccezione di alcune espressamente individuate, tra le quali:

  • i depositi protetti dal sistema di garanzia dei depositi, cioè quelli fino a 100.000 euro (depositi a risparmio, conti correnti, certificati di deposito nominativi, conti deposito);
  • le obbligazioni bancarie garantite (i cosiddetti “covered bond”);
  • le passività derivanti dalla detenzione di beni della clientela o in virtù di una relazione fiduciaria (il contenuto delle cassette di sicurezza, titoli o fondi detenuti in un conto deposito, gestioni patrimoniali).

Se la banca è considerata rilevante per la stabilità del sistema finanziario, le autorità di gestione delle crisi potranno, per salvaguardare la stabilità dei mercati, attivare anche il Fondo di risoluzione – alimentato dal sistema bancario.

Le disposizioni in materia di bail-in potranno essere applicate agli strumenti finanziari già in circolazione, anche se emessi prima del 1° gennaio 2016. Per un ulteriore approfondimento sul bail-in ti consigliamo di leggere questo post.

La solidità di Banca Popolare Etica

Banca Popolare Etica è l’unica banca italiana che si ispira ai principi della finanza etica: democrazia, partecipazione, trasparenza. In virtù di questo, ha assunto la forma cooperativa e continua a perseguire convintamente un modello di piena partecipazione dei soci alla vita della banca, con 87 gruppi territoriali e centinaia di iniziative di animazione culturale ogni anno, in Italia e in Spagna.

L’adesione ideale al nostro progetto di finanza etica passa per la sottoscrizione di capitale sociale, detenuto da 36.815 tra persone fisiche, organizzazioni senza scopo di lucro e imprese, Istituzioni pubbliche, banche di territorio (dati al 31 dicembre 2014).

La forza di questa partecipazione consente a Banca Etica di esibire solidi indici di patrimonializzazione, ben al di sopra del limite del 7% fissato dalla normativa europea.

Banca Etica ha inoltre una politica del credito molto trasparente: i finanziamenti sono erogati esclusivamente a determinate categorie di soggetti (famiglie, imprese sociali, micro imprese) e solo dopo un’attenta istruttoria sulla sostenibilità economica del prestito, sulla capacità di restituzione e – unico caso in Italia – sull’impatto socio-ambientale. È sempre più riconosciuto che un’attenzione agli elementi socio-ambientali delle attività economiche rappresenta un fattore di successo nel lungo termine per le imprese, dunque un valido presidio della rischiosità per chi le finanzia. Banca Etica è inoltre l’unica banca in Italia a pubblicare sul proprio sito web i finanziamenti erogati a persone giuridiche.

Queste politiche hanno reso Banca Etica solida e sicura: negli ultimi 8 anni ha infatti sempre registrato tassi di sofferenza (prestiti non recuperabili) decisamente inferiori rispetto alla media del sistema bancario italiano.

Banca Etica inoltre ha operato una scelta molto sobria sui compensi agli amministratori e ai manager: il rapporto tra lo stipendio minimo e lo stipendio massimo percepito dai dipendenti e dagli amministratori e manager non può superare 1 a 6. Il rapporto tra la retribuzione massima e la media delle retribuzioni dei dipendenti in Banca Etica è pari a 1 a 3,6; mentre lo stesso rapporto nel mondo è pari a 1 a 200 (dati Emolument.com – 2015), e in Italia a 1 a 53 (dati Centro Studi Uilca calcolati su alcuni dei principali istituti finanziari – 2015).  Va ricordato anche come Banca Etica non adotti sistemi di incentivi ai dipendenti per indurli a collocare determinati prodotti finanziari, a ulteriore garanzia del fatto che chi lavora per Banca Etica si sforza di proporre ai clienti investimenti e prodotti finanziari realmente adeguati alle esigenze personali e alle situazioni di ciascuno.

Una banca diversa dalle altre. Con le stesse garanzie. 

Banca Etica non è una banca come le altre. Ma la rete di sicurezza di cui gode è almeno pari a quella delle altre banche.

I depositi fino a 100.000 euro, cioè quelli protetti dal Fondo di garanzia dei depositi, sono garantiti, e dunque espressamente esclusi dal bail-in. Questa protezione riguarda, ad esempio, le somme detenute sul conto corrente o in un libretto di deposito e i certificati di deposito coperti dal Fondo di garanzia; non riguarda, invece, altre forme di impiego del risparmio quali le obbligazioni emesse dalla banca. Anche per la parte eccedente i 100.000 euro, i depositi delle persone fisiche e delle piccole e medie imprese ricevono un trattamento preferenziale. In particolare, essi sopporterebbero un sacrificio solo nel caso in cui il bail-in di tutti gli strumenti con un grado di protezione minore nella gerarchia fallimentare non fosse sufficiente a coprire le perdite e a ripristinare un livello adeguato di capitale.

I soci che hanno sottoscritto capitale di rischio – come tutti gli azionisti di qualsiasi altra banca e di qualunque impresa privata – non hanno forme di tutela straordinaria. Siamo convinti che l’elevata democrazia interna di Banca Etica, la partecipazione attiva dei soci alle scelte di governance, unite alla piena trasparenza e a comportamenti mai speculativi, rappresentino un meccanismo di presidio reale e diretto di grande valore.