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Etica e cooperativa

Vita associativa e governance

Etica e cooperativa

UN PAESE SENZA DIGNITÀ

16 persone sono morte per andare al lavoro. Senza diritti, senza tutele, senza giusta retribuzione. 16 braccianti agricoli sono morti nel foggiano, senza dignità.

In questi mesi continuiamo a scrivere di un’umanità di serie B che muore in mare o che muore andando a lavorare.
Possiamo testimoniare solidarietà, supporto alle tante organizzazioni che, come noi, non si arrendono, si impegnano ad aiutare chi si trova in difficoltà o che costruiscono, con risorse limitate, alternative sostenibili a un sistema che alimenta moderne schiavitù. Non facciamo sentire sole le donne e gli uomini che resistono a un presente in cui sembra prevalere il cinismo sull’altruismo, in cui pensare e agire da “buoni” è diventato sinonimo di ipocrisia. Non c’è nessuna ipocrisia nel lavorare per ottenere dignità e giustizia nelle relazioni umane, sociali ed economiche.

Ai funerali dei braccianti agricoli morti nel foggiano ci sarà una delegazione di soci e rappresentanti di Banca Etica, per testimoniare ancora una volta l’impegno del movimento per la finanza etica. Come faremo anche oggi, in piazza a Foggia, insieme a tante altre persone e organizzazioni della nostra rete.

Ma possiamo fare di più, ciascuno di noi può fare qualcosa, a partire dai propri acquisti.
Vi abbiamo raccontato i progetti di imprese nostre socie e da noi finanziate, storie di produzione trasparente, rispettosa dell’ambiente e delle persone, qualunque sia la loro provenienza geografica.

Scrive Stefano Liberti su Internazionale: “Il pomodoro raccolto a mano dai braccianti morti nei giorni scorsi finisce nelle passate che sono poi vendute a prezzi irrisori nei supermercati”.

Ecco, allora facciamo qualcosa di molto semplice: compriamo le passate di pomodoro di Funky Tomato, Diritti a Sud, Solidaria, SOS Rosarno del progetto Sfruttazero  o della Cooperativa Pietra di Scarto o prodotti a filiera trasparente come quelli promossi da Altromercato e che garantiscono chi ci lavora.
Informiamoci sulla provenienza di cosa arriva sulle nostre tavole.

I primi a poter dire basta siamo noi. Facciamolo insieme.