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La seconda nascita di Banca Etica: ricapitalizzare il sogno.

La seconda nascita di Banca Etica: ricapitalizzare il sogno.

L’Assemblea dei Soci approva il bilancio e elegge il nuovo Comitato Etico.

Un utile di 3.300.000 euro nel 2007 (+275% rispetto al 2006), la cui ripartizione viene approvata dai soci e un rapporto tra impieghi e raccolta che cresce.
A 9 anni dall’apertura del primo sportello, Banca Etica getta le basi per il futuro con una seconda e importante campagna di capitalizzazione.

18/05/2008 Il neonato Comitato Etico – rinnovato dall’Assemblea dei Soci, riunita a Firenze il 17 maggio – lancia una sfida: non perdere il treno. I segnali di una società più consapevole e responsabile, disponibile a preferire un prodotto “etico” rispetto a quello normale con una differenza di prezzo anche del 20% in più rappresenta oggi il 30 percento dei consumatori. Se il prodotto è a parità di prezzo, la scelta sale al 100%. Sono dati che arrivano dal commercio equo e solidale che, riunito a Montpellier, evidenzia il trend positivo. Insomma, vince l’etica e questa banca – che affonda le sue radici in quell’esperienza di commercio alternativo – offre una qualità sociale e ambientale del portafoglio crediti all’altezza del “premio” etico conferito dai risparmiatori e fornisce prodotti finanziari e di risparmio adatti alle loro richieste. Una differenza con gli istituti di credito tradizionali, palpabile durante l’assemblea che conferma la fiducia alle linee di sviluppo della banca e approva la ripartizione dell’utile (salito a 3.352.631 euro nel 2007 rispetto a 1.261.704 euro del 2006 ) proposta dal Cda.
“Nonostante non sia l’utile l’obiettivo primario di Banca Etica, esso è indice di efficienza e di salute economica e significa usare bene le risorse, responsabilità che sentiamo forte verso i nostri soci e clienti” commenta Mario Crosta, direttore generale della banca che sa quanto un utile così positivo imponga delle riflessioni a una banca che non persegue la massimizzazione del profitto. “Una ripartizione degli utili nel rispetto dei nostri principi ha certamente un impatto di sviluppo importante per il progetto che stiamo costruendo. La nostra diversità sta nel modo in cui produciamo e distribuiamo ricchezza”.
E così, il 10% dell’utile viene destinato a progetti della Fondazione che lancerà bandi e concorsi per ottimizzare le risorse in funzione di uno sviluppo culturale e imprenditoriale lungimirante e responsabile. Un altro 35% viene destinato ad un futuro aumento gratuito delle azioni. Fabio Salviato, presidente della banca sottolinea che: “la grande campagna di capitalizzazione che abbiamo presentato equivale ad una seconda nascita della banca: chiediamo a chi ci ha sostenuto – finanziando solo un’idea a metà degli anni ’90 – di ribadire la fiducia nel progetto che stiamo portando avanti con successo e permetterci un salto in avanti, nel futuro che vogliamo costruire ben radicato nel presente. Non si tratta di altruismo ma di lungimiranza. La campagna è partita col riconoscimento di un sovrapprezzo sulle azioni – approvato dall’Assemblea – in possesso dei nostri azionisti, riconoscendo loro il valore di un sostegno concreto e duraturo che ci ha permesso di arrivare fin qui. Il futuro lo costruiamo da oggi insieme”.

Accanto all’apertura ormai prossima di Bari, filiale numero 12, sono previste 4 nuove filiali nel prossimo biennio (Trieste, Genova, Ancona e Perugia) e l’incremento della presenza operativa sul tutto il territorio nazionale con nuovi banchieri ambulanti (uno per provincia entro 3 anni).
Tutto positivo dunque e uno sviluppo che accontenta i soci che vedono ripartite le risorse nell’ottica di un decentramento fortemente sostenuto, “per portare i processi decisionali più vicini al territorio e alle sue esigenze, garantendo autonomia nello sviluppo” ricorda Salviato.
Oltre a una redditività elevata e a sofferenze in calo, migliora l’efficienza della banca come evidenziato dal rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione che passa dal 75% al 67%. Anche il rapporto tra impieghi e raccolta cresce di 4 punti percentuali, rispetto al 2006, “segno di un’attenzione della banca non solo all’economia reale, ma anche alle indicazioni venute dai soci in recenti occasioni” conferma il direttore generale della banca, Mario Crosta. “Ci preoccupano però le restrizioni al credito cui vanno incontro le imprese sociali a causa delle regole di Basilea 2. La disattenzione che il settore finanziario ha nei confronti del sociale, ha prodotto infatti una ponderazione del rischio nella misura massima, prevista dalla normativa, cioè 100%, in caso di finanziamenti alle imprese sociali, per le quali non è nemmeno sufficiente presentare ottimi dati di bilancio per dimostrare la loro solidità. Questo induce il sistema bancario a declassare la propria attività rispetto a questo tipo di imprese, quindi a una loro difficoltà di accedere al credito”.
Per questo Banca Etica sta cercando di sviluppare un modello di rating interno per l’impresa sociale con l’obiettivo di offrire strumenti a Bankitalia per una più approfondita valutazione del rischio di questo speciale segmento di mercato. Un’analisi statistica che, usando i dati positivi dei tanti finanziamenti di Banca Etica all’imprenditoria sociale degli ultimi anni, contribuisca al riconoscimento della vera natura di rischio di tali prestiti e garantire così nuove aperture al credito verso il sociale.

Il nuovo Comitato Etico.
Rieletto all’unanimità il presidente, il prof. Leonardo Becchetti, docente di Economia politica a Tor Vergata. Confermati anche Luigino Bruni, anch’egli docente di Economia alla Bicocca e Giorgio Cingolani. I neoeletti sono Francesca Germani, Ercole Ongaro, Renzo Fior e D’Ambrosio.
Il Comitato Etico è un organo consultivo e propositivo della banca, compito sicuramente più importante e strategico che nelle banche tradizionali, giacché uno dei principali caratteri distintivi ed elementi competitivi di Banca Etica è rappresentato dai criteri valoriali e dai principi della finanza etica. “Un grande sogno può fallire per due motivi: se si ammala di utopie irrealizzabili e fallisce perché le proposte di azione si rivelano insostenibili rispetto ai vincoli del reale, oppure se perde slancio e si uniforma al reale (“se qualcosa non esiste vuol dire che non è possibile farla”) negando la speranza che era all’origine del suo cammino e il principio di innovazione etica con l’evolversi nel tempo. Il nostro ruolo è quello di garantire che l’intervallo tra i due limiti da non valicare sia sempre più ampio – non solo sorvegliando i comportamenti della banca, ma anche con un ruolo propositivo ed attivo – e che rimanga l’ambito nel quale la banca costruisce il futuro ” spiega il prof. Becchetti nella sua relazione. “Abbiamo inoltre da poco ultimato anche la bozza definitiva del Codice Etico, dopo un lungo processo di consultazioni , studi, riflessioni e incontri con tutti gli stakeholder della banca. Un percorso necessario affinché questo nuovo strumento sia un’effettiva garanzia da tutti riconosciuta sull’operato dell’istituto in coerenza ai suoi valori”.

L’Assemblea si chiude ricordando il prossimo importante appuntamento: Terrafutura, la mostra-convegno sulle buone pratiche della sostenibilità, che venerdì 23 maggio a Firenze apre i battenti della sua 5a edizione per 3 giorni (l’anno scorso ha registrato più di 80.000 visitatori) con numerosi appuntamenti culturali e tante proposte di economia solidale e sostenibile. Terrafutura è organizzata dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica per conto di Banca Etica in partnership con Arci, Acli, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente. www.terrafutura.it