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Fairbnb: piattaforma gratuita per rifugiati e persone in difficoltà abitativa

A cura di Corrado Fontana 

La guerra in Ucraina spaventa l’Europa e provoca migliaia di vittime, feriti e alloggi distrutti e insicuri. L’Oim stima che siano scappate dal Paese – in meno di 30 giorni – circa 3,3 milioni di persone a causa del conflitto, pressappoco il 7% della popolazione totale. Sarebbero invece 6,5 milioni gli sfollati interni. Un’emergenza umanitaria che ha innescato la solidarietà attiva di molte realtà imprenditoriali e non profit, come ad esempio Fairbnb.coop, cooperativa che opera nel campo del turismo responsabile a livello internazionale, ed è supportata da Banca Etica.

Fairbnb mette perciò a disposizione – e per ora visibile solo ai gestori – una versione gratuita della propria piattaforma Web, privata ovviamente di tutti gli elementi di tipo commerciale e destinata a consentire l’incrocio tra la domanda e l’offerta di rifugi per persone in difficoltà. Tramite una sorta di chiamata collettiva online, Fairbnb offre l’utilizzo dell’infrastruttura agli operatori umanitari, alle varie organizzazioni impegnate nell’acoglienza e, più in generale, nella presa in carico delle situazioni di disagio abitativo. Innanzitutto in Italia e nei diversi Paesi dove la cooperativa ha referenti.

«Una piattaforma come la nostra – spiega infatti Emanuele Dal Carlo di Fairbnb –, che di fatto incrocia la domanda e l’offerta e tocca già il mercato immobiliare, può essere una soluzione per trovare disponibilità di case per persone che hanno gravi difficoltà e bisogno urgente di trovare un alloggio. Dai senza dimora al genitore separato, dal ragazzo che deve uscire da un ambiente familiare violento alla donna minacciata che ha necessità di allontanarsi, finanche al rifugiato. Questo ragionamento, che avevamo messo in stand–by tempo fa come sviluppo non profit estremo della nostra infrastruttura Web, è diventato impellente a fronte della guerra. E poiché questa è una crisi che non risolveremo in poco tempo, facciamo appello sia a chi voglia mettere a disposizione delle abitazioni sia alle organizzazioni strutturate che possano sfruttare e governare la piattaforma nelle diverse aree geografiche. Stiamo lavorando per darne l’accesso a Refugees Welcome, con cui collaboriamo in Spagna. In Polonia abbiamo trovato altre organizzazioni, e anche in Ucraina abbiamo stretto dei contatti».

Fairbnb sta promuovendo tale opportunità anche in Francia, in Inghilterra, in Turchia, dove l’iniziativa può essere spesa per l’accoglienza problematica dei rifugiati siriani, per esempio. E la piattaforma, oltre a favorire l’incontro tra bisogni emergenziali e offerta solidale, tutela privacy e sicurezza delle persone coinvolte consentendo così un’esperienza protetta. Senza contare che sono moltissime le problematiche burocratiche connesse con simili operazioni. «Non basta voler ospitare una famiglia di profughi ucraini per poterlo fare – conclude dal Carlo –: va registrata la casa, va organizzata un’accoglienza mirata, magari va attivato un aiuto psicologico, bisogna fare comunicazioni alla prefettura… Per questo noi rimaniamo solo dei fornitori dell’infrastruttura informatica, e lasciamo il lavoro dell’accoglienza ai professionisti nella gestione delle crisi».

Photo by WiR_Pixs on Pixabay