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Le galline? Libere e felici nel bosco

A cura di Corrado Fontana di Valori.it

«Le galline interagiscono a 360° con il bosco, mangiando quello che gli piace, i sassolini, l’erbetta, facendo le buche, tenendosi pulite, volando, correndo, cantando… quattro volte a settimana una cooperativa sociale certificata biologica ci dà dell’insalata bellissima. Noi la portiamo in azienda, la laviamo, la tagliamo e la posizioniamo in quattro punti del pollaio dove organizziamo una sorta di merenda del pomeriggio. Le galline, appena vedono che cominciamo a preparare le cassette, diventano matte. Si vede che sono felici». Forse dalla parola scritta non emerge del tutto, ma ascoltando Marco Rossi – professionista della ristorazione convertitosi all’allevamento – non si può fare a meno di cogliere l’amore per i suoi animali e per la sua azienda agricola, Le selvagge di Nembro (Bg).

Un amore che sta alla base di un progetto imprenditoriale giovane ma già di grande successo e con prospettive rosee di crescita. «Ho iniziato a lavorare sull’idea di aprire un pollaio mio con un approccio completamente opposto rispetto a quello che ho visto al 99% applicato in Italia, puntando su un prodotto in qualche modo bistrattato come le uova e progettando a partire dalle condizioni di vita dell’animale. Abbiamo acquistato nove ettari di bosco nella comunità montana della Val Seriana, e da lì siamo riusciti a far partire l’attività a febbraio del 2021, con l’arrivo delle galline di varietà livornese. Oggi si parla tanto di allevamenti distensivi. Noi non siamo partiti con l’obiettivo primario di avere la certificazione biologica (anche se oggi Le selvagge sta lavorando in questa direzione, ndr), che richiede tra i requisiti almeno 4 metri quadrati per ogni animale al pascolo, e non oltre 6 animali per metro quadrato nel pollaio. Tuttavia abbiamo disponibili circa 8 metri quadri di bosco per animale, e abbiamo quattro galline a metro quadro internamente».

Partner finanziario di questa attività che investe su un modello di allevamento non intensivo è Banca Etica. Rossi ricorda infatti l’importanza che ci sia «…una sorta di filo conduttore nella vita, che tutto abbia un requisito di etica e rispetto per l’ambiente, e con loro ci stiamo trovando veramente benissimo, si è creata una sorta di co-partnership interessante, in modo semplice, legata al fatto che entrambi andiamo nella stessa direzione. Sono stati gli unici a salire a vedere quello che stavamo facendo, quando qui era ancora un ammasso di rovi dove a malapena si entrava in macchina. Sono venuti e mi hanno ascoltato raccontare un progetto che era solo sulla carta. Così sono arrivati i primi 100mila euro di finanziamento». Del resto la relazione testimonia un’affinità confermata anche da Andrea Bravi della filiale di Bergamo: «Siamo fieri di questa collaborazione perché Le selvagge mette in pratica una tipologia di allevamento che è in sintonia con i nostri principi, con una coltura non intensiva e un atteggiamento di salvaguardia degli animali. Ed è bello aver potuto condividere il nostro orizzonte con una persona che proveniva da un esperienza nel mondo profit».

Presto la forma societaria dell’impresa individuale si allargherà a quei soci e amici che, nelle fasi iniziali, hanno creduto in Rossi e l’hanno sostenuto finanziariamente. Intanto la certezza è nella grande richiesta di queste uova dal caratteristico guscio bianco. Con 1650 galline, Le selvagge raccoglie «in guanti di cotone» e distribuisce con veicoli 100% elettrici – al 90% sul mercato locale nonché per ristoranti stellati di Bergamo, Milano e non solo – circa 1550 uova al giorno. E poiché la richiesta quotidiana è superiore alla disponibilità di almeno 300-400 uova, l’azienda si sta attrezzando. Grazie a un prossimo e più importante finanziamento, sta investendo su un secondo pollaio per accogliere altri 1300 animali (in arrivo a fine settembre 2021), e ha già avanzato la richiesta alla comunità montana di poter allargare la zona del pascolo. Inoltre sta preparando l’installazione di pannelli solari e di un sistema di sensori per raccogliere dati sulle abitudini di vita delle galline. E fa piacere che, dopo il periodo drammatico della pandemia, Nembro e la bergamasca possano rialzarsi anche camminando su queste candide uova.