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TRIESTE, LA STORIA DI IRIN PARVIN KHAN E DEL SUO NEGOZIO DI ALIMENTARI

In collaborazione con “Italia che Cambia” – Testi di Daniel Tarozzi – Video di Paolo Cignini

 

A Trieste, nei pressi del centro, si trova un negozio di alimentari di prodotti d’importazione, dove la proprietaria ha creato un’occasione di scambi culturali e arricchimento personale. Lei è Irin: una donna proveniente dal Bangladesh arrivata in Italia nel 2006.

Giunta in Italia, Irin non aveva alcun contatto specifico, così ha deciso di cercare lavoro in Belgio. La sua idea era di cercare un lavoro per mantenersi e poi rientrare in Bangladesh, non appena la situazione politica si fosse calmata. Ma la situazione è peggiorata costantemente e Irin è tornata in Italia, a Foggia, dove ha ottenuto lo status di rifugiata e l’asilo politico. Ma la svolta sarà Trieste, dove su consiglio di un’amica, Irin si è rivolta a ICSConsorzio Italiano di Solidarietà che l’ha aiutata ad imparare l’italiano e dove ha potuto consultare una psicologa. Nel 2007 Irin è riuscita a trovare un lavoro in una pasticceria, una casa e soprattutto ad ottenere il ricongiungimento familiare.
Il suo sogno, però, era aprire un ristorante: ICS l’aiutò a formarsi e i genitori di Irin, venuti a trovarla dal Bangladesh, decisero di investire i loro risparmi in questo suo progetto.

Nel 2011 però, proprio mentre Irin stava per acquistare il locale in cui avrebbe aperto il ristorante, i suoi genitori furono uccisi in Bangladesh in occasione di una rapina.
Nel 2012, inoltre, Irin perse anche il lavoro in pasticceria, a causa della crisi: “Senza lavoro era dura, cosa potevo fare? Ho cominciato a parlare con degli amici, e mi hanno consigliato di rivolgermi a Banca Etica” ci racconta dal suo negozio. 
Così Irin, dopo aver seguito un corso alla “Casa internazionale della donna” per imparare a realizzare un “project plane” e un altro che offriva le nozioni base necessarie per l’apertura di un negozio, ha ottenuto un finanziamento a fondo perduto, tramite ICS, ma aveva bisogno di liquidità immediata. A questo punto è arrivata Banca Etica, che ha fornito a Irin la liquidità che le serviva per i primi investimenti.

Il negozio sta andando molto bene, forse anche per i nuovi prodotti provenienti da tutto il mondo introdotti di recente: prodotti indiani (spezie legumi riso), giapponesi (miso, sushi, zuppa noodles) e ancora tè verde, tè nero, e spezie.

Irin ha diversi obiettivi per il futuro: aprire una sorta di supermercato di prodotti di importazione, riavviare il progetto del ristorante. E ancora ci confida: “Vorrei tornare nel mio paese e prendere in mano la casa editrice di mio padre. Purtroppo ora la situazione politica in Bangladesh è peggiorata, non c’è più libertà di parola, chi si oppone, sparisce, ma un domani…”.
Se passate da Trieste, andate a trovare Irin!