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Finanza etica

Informazione e formazione critica sulla finanza

Etica e cooperativa

La Valutazione Socio Ambientale

A cura di Tommaso Rondinella e Lorenzo Vinci, Ufficio Modelli di Impatto e Valutazione Socio Ambientale 

Banca Etica ha sempre, sin dalla propria fondazione, integrato il proprio lavoro di concessione del credito con un esame delle “caratteristiche socio-ambientali” dei soggetti finanziati, mediante procedure e  strumenti che si sono evoluti nel corso del tempo.

Con il passare degli anni gli strumenti messi in campo per l’istruttoria socio-ambientale si sono evoluti, anche profondamente sia in ragione dell’evoluzione della “platea” dei soci finanziati sia dei cambiamenti negli approcci comunemente utilizzati dai diversi attori. Ne emerge come quella di Banca Etica fosse una “finanza ad impatto” ante-litteram, quando l’idea che la finanza avesse una responsabilità nell’accompagnare i cambiamenti sociali ed ambientali rappresentava ancora un ideale di pochi. Questa idea oggi si si sta rapidamente diffondendo, però troppo spesso guidata da sole esigenze “commerciali” – o di  marketing – e non da ragionamenti sugli obiettivi a lungo termine.

Ecco una sintesi delle principali evoluzioni della valutazione socio ambientale in Banca Etica: 

  • primi anni di attività: utilizzo del modello “Va.R.I.” (Valori, Requisiti, Indicatori): primo esempio di istruttoria socio ambientale nel panorama bancario italiano mutuato, dopo una profonda revisione e “modellizzazione”, dalle pregresse esperienze delle cooperative MAG socie fondatrici di Banca Etica. In questo periodo le valutazioni erano fatte avvalendosi dei GIT (Gruppi di Iniziativa Territoriale), che si occupavano della raccolta di informazioni di natura sociale e ambientale e soprattutto del presidio dei rischi di tipo “reputazionale” per la banca nella concessione del credito;
  • 2005: istituzione dell’Albo dei Valutatori Sociali, con affidamento ad essi dei compiti di valutazione previa  apposita formazione (il contatto con i GIT resta ed è tuttora previsto all’interno della procedura), con avvio formalizzato della procedura “I.S.A.”  (Istruttoria Socio-Ambientale);
  • nel 2009 all’interno dell’I.S.A. viene introdotta una prima profonda innovazione e revisione per il sistema di valutazione sociale, i cui cardini sono l’adozione di un nuovo modello di analisi valido sia per le organizzazioni non profit che per quelle profit (con possibilità di adattamento alla varie forme giuridiche)  e la revisione di molte parti della procedura interna di istruttoria;
  • nel 2015 iniziano le prime rilevazioni mediante Questionari, con l’adozione di una piattaforma informatica dedicata e l’invio periodico a tutti i clienti di un set di domande di carattere prevalentemente qualitativo;  approccio e metodologia avevano (primariamente) l’obiettivo di integrare l’istruttoria economico-finanziaria e fornire alla banca elementi di conoscenza sul “valore sociale” dell’attività da finanziare, sulla coerenza con i valori di riferimento della banca stessa e sulla credibilità del soggetto (unitamente alla funzione proattiva nei confronti della clientela per una sua sempre maggiore adesione alla cultura ed alle prassi della responsabilità sociale d’impresa);
  • a metà del 2018 la VSA assume la forma attuale con l’introduzione di una nuova “Piattaforma del Credito”, attuale strumento internet-based di relazione tra filiali, clienti e valutatori sociali, con il quale si raccoglie tutta la documentazione utile all’istruttoria, si compilano e valutano i questionari di impatto e vengono elaborati i singoli “report” a supporto delle domande di finanziamento.

L’innovazione principale è però nel merito delle informazioni raccolte nel questionario:

  • sono separati gli aspetti di responsabilità sociale d’impresa e la misurazione dell’impatto generato dalle organizzazioni e con le specifiche attività finanziate, attualizzando i concetti già presenti negli strumenti precedenti;
  • Il questionario diventa quasi completamente di carattere quantitativo: la valutazione viene fatta da Valutatori Sociali e analisti della banca partendo da informazioni quantitative oggettive che, permettendo una confrontabilità nel tempo e nello spazio, diventano la base per la elaborazione di un parere, questo sì di carattere qualitativo (positivo, con riserve, negativo) e soggettivo, perché relativo alle opinioni che l’analista si è potuto formare attraverso dati e interviste.

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