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Finanza etica

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Il punto – Quel desiderio di pace che spinge la finanza etica

Il punto – Quel desiderio di pace che spinge la finanza etica

a cura di Nazzareno Gabrielli, direttore generale di Banca Etica

Tra tensioni geopolitiche e commerciali (con pesanti ripercussioni economiche), spinte belliciste e conflitti armati che avanzano in totale spregio del diritto internazionale e dei diritti umani e civili, le attuali incertezze globali mettono alla prova la capacità di agire e reagire di tutto il sistema finanziario. In uno scenario così complesso, voglio confermare che Banca Etica si mantiene un riferimento, solida nei fondamentali e capace di moltiplicare il proprio impegno per la pace, la transizione ecologica e la difesa dei diritti, per uno sviluppo equo e collettivo.

A certificarlo è in primis la forza dei numeri del primo semestre 2025, cresciuti in sintonia coi valori della finanza etica e coi bisogni di chi, responsabilmente, la sceglie. La fiducia ricevuta si è tradotta infatti in un incremento (+5,3%) dei crediti a persone, famiglie, imprese e organizzazioni, superando ampiamente la media del sistema bancario italiano (ferma allo 0,3%). Un traguardo non scontato, che si è accompagnato all’aumento della raccolta diretta (+3,5% contro lo +0,2% del settore) e del capitale sociale (+4,2%), quest’ultimo rafforzatosi grazie all’ingresso in Banca Etica di oltre mille nuove persone socie, a testimonianza della continua espansione della nostra comunità (siamo quasi 50 mila!).

D’altra parte, se i nostri numeri acquistano un senso anche nel promuovere la dignità umana, microfinanza e cooperazione internazionale rappresentano strumenti fondamentali per conseguire tale obiettivo favorendo l’inclusione finanziaria. In Italia lo facciamo con la partecipazione a programmi di microcredito sociale come Mi fido di noi (con CEI e Caritas Italiana) e tramite una collaborazione consolidata con organizzazioni specializzate come, ad esempio, PerMicro; all’estero – grazie al lavoro di Cresud e del nostro Ufficio sviluppo internazionale, citati nel Report di Impatto 2025 – alimentiamo progetti di sviluppo e servizi di microfinanza che consentono di supportare circa 700 mila destinatari finali, in gran numero donne in aree rurali, in decine di Paesi del mondo, tra Africa, America meridionale, area balcanica e Sudest asiatico.

La finanza etica non può che rendere conto con trasparenza del proprio operato e dal 2020 Banca Etica lo fa con il documento che rendiconta la totalità dei crediti erogati nell’anno, non solo la parte più virtuosa. Sempre il Report di Impatto 2025 documenta ad esempio che il 26% dei nostri crediti genera impatti positivi sugli ecosistemi, il che, in cifre, significa che nel 2024 abbiamo supportato (e voi con noi, grazie alla crescita del capitale sociale di Banca Etica) la conservazione di 31 mila ettari di territorio, abbiamo finanziato la coltivazione a biologico di quasi 2 mila ettari di terra e favorito il recupero e riciclo di decine di tonnellate di rifiuti. Abbiamo inoltre finanziato decine di interventi di efficientamento energetico e installazioni di impianti ad energia rinnovabile, contribuendo a evitare l’emissione in atmosfera di più di 4.600 tonnellate di CO2 equivalente.

Ma non solo. Tornando infatti agli scenari drammatici evocati all’inizio di questo editoriale, tengo particolarmente a sottolineare che la tensione verso la pace, collante fondativo di molte componenti del movimento che diede origine al progetto di Banca Etica oltre 25 anni fa, è tuttora un impegno concreto per chiunque consideri la finanza etica come “finanza disarmata e disarmante”. E dunque Banca Etica, che supporta da sempre organizzazioni umanitarie, quest’anno più che mai sta camminando insieme a chi anima le campagne pacifiste, e con una partecipazione diretta alla grande Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità tramite il proprio sostegno all’organizzazione e l’incedere sul terreno dei passi di molte persone lavoratrici del Gruppo Banca Etica, e delle organizzazioni con cui condividiamo la visione. La pace non può che essere infatti una costruzione collettiva, e noi continuiamo a credere che ogni singola voce possa incidere nella realizzazione di questo meraviglioso bene comune.

Tra queste voci c’è quella degli investitori etici e responsabili, che hanno trovato un riferimento coerente e credibile in Etica Sgr (la società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Etica), che festeggia quest’anno i suoi primi 25 anni di attività: un percorso nato da una visione controcorrente e coraggiosa – offrire prodotti d’investimento fondati sui principi della finanza etica –, ancora unica sul mercato, resiliente e riconosciuta per rigore e credibilità. Etica Sgr celebra oggi una finanza che mette al centro le persone, sostenendo un progetto per il riconoscimento della pace come diritto umano (www.eticasgr.com/pace-diritto-umano) e collaborando con Stop Killer Robots (http://www.eticasgr.com/stop-killer-robots), per proibire i sistemi d’arma autonomi. Perciò guardiamo con orgoglio al percorso compiuto e rilanciamo la sfida: la finanza può e deve contribuire alla costruzione di un futuro sostenibile di pace e giustizia sociale

Grazie per essere, con tutte e tutti noi, la prova concreta che il cambiamento è possibile.

Photo credits: Luca Gallo