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Banca Etica, la società civile e Febea scrivono al Governo e agli europarlamentari: “Le sanzioni a Francesca Albanese minano la sovranità europea”

Banca Etica, la società civile e Febea scrivono al Governo e agli europarlamentari: “Le sanzioni a Francesca Albanese minano la sovranità europea”

Si moltiplicano le iniziative stimolate e partecipate da Banca Etica per chiedere l’immediata rimozione delle sanzioni inflitte dagli USA a Francesca Albanese, Relatrice speciale dell’ONU per i Territori Palestinesi.

La pressione per rimuovere le sanzioni USA

Dopo aver inviato una lettera ai capigruppo di Camera e Senato di maggioranza e di opposizione il 26 settembre scorso, per chiedere che le forze parlamentari italiane si mobilitino e attivino anche le istituzioni europee, oggi Banca Etica, insieme a molte delle organizzazioni socie appartenenti alle società civile – tra loro Aiab, Altromercato, Amnesty International, Arci, CNCA, Consorzio CGM, Emmaus Italia, Gruppo Abele, Legacoop, Legambiente, Libera, MAG2 Finance e Oxfam – ha inviato una seconda lettera direttamente al Governo Italiano, invitato a farsi promotore – verso gli Stati Uniti e in sede europea – della rimozione del nome della dottoressa Francesca Albanese dalle liste sanzionatorie USA, a tutela dei diritti di una nostra concittadina e della dignità della cittadinanza europea. La lettera odierna chiede al Governo anche di sostenere in sede UE l’applicazione di strumenti di protezione, capaci di salvaguardare cittadini e operatori finanziari dell’Unione da misure extraterritoriali arbitrarie adottate da Paesi terzi, quando non vi siano provvedimenti dell’UE o delle Nazioni Unite dello stesso tenore.

Contemporaneamente, la Federazione europea delle banche etiche e alternative (Febea), che riunisce 32 istituzioni finanziarie di 17 Paesi UE (inclusa Banca Etica), ha scritto agli europarlamentari esprimendo “profonda preoccupazione per i recenti sviluppi che abusano del sistema finanziario internazionale e degli strumenti giuridici in modi che minano i diritti fondamentali, lo Stato di diritto e il principio di inclusione finanziaria, tutti componenti essenziali dell’identità e dei valori dell’Unione Europea”.

Francesca Albanese

Equiparata alle persone attenzionate negli Stati Uniti per sospette attività di terrorismo, la dottoressa Albanese la scorsa estate è stata arbitrariamente inserita dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti nella lista OFAC (Specially Designated Nationals and Blocked Persons List) per avere denunciato – nei suoi rapporti pubblicati – i crimini commessi da Israele e la complicità nel genocidio contro il popolo palestinese di grandi aziende anche statunitensi. Questa misura, adottata senza alcun accertamento giudiziario né possibilità di ricorso, ha già generato conseguenze gravissime: Albanese si trova infatti privata dell’accesso ai propri beni, impossibilitata a ricevere compensi per il lavoro svolto e a utilizzare servizi bancari di base. Le stesse sanzioni sono state imposte ai componenti della Corte Penale Internazionale (CPI) – tra cui un altro cittadino europeo, ovvero il giudice francese Nicolas Gouillou – per aver emesso i mandati di cattura internazionale contro Benjamin Netanyahu e l’ex ministro Aluf Yoav Gallant. Sanzionare esponenti della Nazioni Unite e della CPI per aver operato ai fini della tutela dei diritti umani è un inaccettabile sopruso che mina alle fondamenta il sistema del diritto internazionale.

Aldo Soldi, presidente di Banca Etica dal 17 maggio 2025
Aldo Soldi, presidente di Banca Etica

Si tratta di un fatto inaudito che Aldo Soldi, presidente di Banca Etica, commenta così: “Riteniamo inaccettabile che una cittadina italiana ed europea, nel pieno esercizio di un mandato conferito dalle Nazioni Unite, sia di fatto privata di diritti economici e finanziari fondamentali in assenza di decisioni assunte da istituzioni democratiche. È evidente come un tale precedente indebolisca la capacità dell’Europa di proteggere i propri cittadini”.

Pedro Manuel Sasia Santos, presidente della Federazione europea delle banche etiche e alternative (FEBEA)
Pedro Manuel Sasia Santos, presidente della Federazione europea delle banche etiche e alternative (FEBEA)

Il presidente di Febea, Peru Sasia, sottolinea come le sanzioni unilaterali USA imposte a Francesca Albanese e ai giudici della Corte Penale Internazionale “rivelano la reale e dannosa portata delle misure extraterritoriali che, sebbene giuridicamente inapplicabili in Europa, vengono applicate nella pratica attraverso il dominio del sistema finanziario statunitense. Non possiamo accettare che individui e istituzioni che operano interamente nel rispetto del diritto dell’UE, che non hanno commesso alcun illecito e sono presi di mira esclusivamente per ragioni politiche, si ritrovino esclusi dai servizi finanziari essenziali o costretti a conformarsi a misure contrarie ai principi di sovranità e autonomia dell’UE”.

Banca Etica al fianco di Francesca Albanese

Il caso di Francesca Albanese ha toccato da vicino Banca Etica in quanto si tratta di una cittadina italiana che – tra le altre gravi conseguenze delle sanzioni – si è ritrovata all’improvviso senza poter accedere al suo conto corrente e alle sue carte di credito negli USA. Si è dunque rivolta a Banca Etica per chiedere se fosse possibile aprire un conto corrente presso il nostro istituto, da sempre attento ai diritti umani e alla situazione del popolo palestinese. 

Dopo aver approfondito le possibili conseguenze sul piano operativo, con enorme rammarico di tutta la comunità della banca, siamo stati costretti a rifiutare la richiesta di Albanese. Aprire un conto corrente a una persona iscritta alle liste delle persone sanzionate negli USA – sebbene non sia vietato dalla legge – comporterebbe il rischio concreto di incorrere in “sanzioni secondarie” che potrebbero compromettere l’operatività di Banca Etica e di molti dei suoi oltre 100mila clienti. Solo per fare alcuni esempi:

 

  • potrebbe essere bloccata l’operatività estera dei conti correnti dei clienti di Banca Etica, con grave danno in particolare per le tantissime ONG e associazioni clienti di Banca Etica che lavorano per portare aiuti e sostegno in tante aree mondo colpite da emergenze umanitarie, inclusa la Palestina. Banca Etica si avvale infatti di banche corrispondenti per ricevere/inviare fondi, e ci sarebbe il rischio concreto di ricevere un rifiuto all’esecuzione di tali operazioni;
  • potrebbe essere interrotta l’operatività delle carte di credito e di debito della clientela che sono emesse da una società USA.

Banca Etica ribadisce la propria stima assoluta per la dottoressa Francesca Albanese e per il suo lavoro di inchiesta e denuncia, svolto nell’ambito del mandato datole dalle Nazioni unite, sulle condizioni del popolo Palestinese e sugli interessi economico-finanziari che ruotano attorno al genocidio in atto e all’occupazione illegale dei Territori Palestinesi. 

Alcuni gruppi parlamentari (PD, AVS, M5S), a seguito della pima lettera, si sono mobilitati elaborando interrogazioni e mozioni parlamentari per impegnare il Governo italiano a farsi promotore, insieme agli altri governi e istituzioni europee, presso il Governo degli Stati Uniti al fine di richiedere l’immediata esclusione della dottoressa Francesca Albanese dalle liste sanzionatorie statunitensi o a promuovere in sede europea azioni volte a reagire agli effetti extraterritoriali delle sanzioni statunitensi, al contempo adoperandosi per l’adozione di misure strutturali volte a garantire gli operatori finanziari europei la possibilità di operare liberi da vincoli arbitrari decisi unilateralmente da governi extraeuropei.

Banca Etica auspica che questi siano i primi di una serie di atti istituzionali per porre fine all’incredibile ingiustizia subita dalla dottoressa Albanese, nel quadro della più ampia mobilitazione nella quale l’Italia sia parte attiva nel porre fine al genocidio in corso a Gaza e alle profonde violazioni del diritto internazionale cui stiamo assistendo. Quando misure pensate per bloccare i terroristi vengono invece applicate a funzionari dell’ONU per aver svolto il proprio lavoro, siamo davanti a un problema serio. Solo la politica e le istituzioni italiane ed europee possono e devono intervenire. La rimozione delle sanzioni è l’unica soluzione adeguata a superare questa situazione di sopruso intollerabile nei confronti di una cittadina italiana, una situazione emblematica dei rischi insiti nel sistema finanziario globalizzato..

Foto di Marco Oriolesi su Unsplash