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CHIUDIAMO IL CERCHIO PER UNA SOCIETÀ INCLUSIVA E APERTA ALLE DIFFERENZE

Denaro è sinonimo di potere. E se la storia ci ha insegnato qualcosa è che un numero incalcolabile di persone e comunità è stato escluso da entrambi. 

Non è forse il momento di chiudere il cerchio tra la nostra economia e la realtà eterogenea del mondo in cui viviamo? 

In occasione dell’ottavo anniversario della giornata mondiale di mobilitazione per la finanza etica (3 novembre) vogliamo portare l’attenzione sul denaro come strumento per la promozione di una società più inclusiva e aperta alle differenze. Ognuno di noi, dalle istituzioni ai privati, può dare il proprio contributo.  

Donne e finanza

Nel mondo esistono ancora 70 paesi in cui le donne non hanno la possibilità di aprire un conto o accedere al credito. In risposta a tale forma di emarginazione sono state lanciate importanti iniziative come la Women’s World Banking, un’organizzazione no profit nata nel 1975, sulla scia della prima Conferenza mondiale sulle donne convocata dalle Nazioni Unite, con lo scopo di promuovere l’inclusione finanziaria e l’imprenditoria femminile. A livello nazionale, invece, sono sorte istituzioni finanziarie come Banco Mundo Mujer, in Colombia, membro della Global Alliance for Banking on Values (GABV), una rete di cui fanno parte le principali banche etiche a livello internazionale e che si propone come punto di riferimento dinamico per una finanza inclusiva.  

Nonostante in molti luoghi questo fenomeno discriminatorio sia molto radicato, il 33% delle piccole imprese su scala globale è gestito da donne, fino a raggiungere il 51% in America Latina, secondo la relazione The Gender Journey of the GABV in Latin America. Come emerge da questa indagine condotta da GABV sulla parità di genere nel settore finanziario in America Latina, sebbene le imprenditrici siano più affidabili nell’estinguere i finanziamenti, gestiscano i rischi in modo più responsabile e investano maggiormente nell’istruzione, solitamente ottengono prestiti inferiori rispetto agli uomini. In America Latina il divario di genere in termini di accesso al credito per le piccole e medie imprese a conduzione femminile è di 98 miliardi di dollari e la maggior parte delle donne non riceve risorse sufficienti a soddisfare le proprie esigenze. Lo studio giunge alla conclusione che la promozione di iniziative a favore delle donne contribuirebbe in misura significativa allo sviluppo economico in generale. Tuttavia, restano ancora molte barriere da abbattere. Ad esempio, la stessa indagine rivela che molte donne hanno ancora bisogno della firma del marito affinché venga loro concessa una linea di credito. 

Fortunatamente, nel mondo sono sempre più numerose le banche che, come la BRAC Bank in Bangladesh e la Bank of Palestine, entrambe membri GABV, stanno lottando contro questa profonda discriminazione attraverso specifiche soluzioni di finanziamento dedicate alle imprenditrici e pensate per trasformare le vite di queste donne e delle loro famiglie.

Ma il cambiamento non può avvenire senza leadership e rappresentanza. Nonostante alcune straordinarie eccezioni e molte testimonianze dell’impatto positivo generato da una leadership più diversificata, purtroppo la componente femminile ai vertici delle istituzioni finanziarie resta ancora sottorappresentata. Infatti, solo il 20% di tutti i membri degli organi amministrativi nel settore finanziario a livello mondiale sono donne. 

In questo contesto, si distingue come eccezione esemplare la Lead Bank, membro GABV in Kansas, negli Stati Uniti, dove la presenza femminile nel Consiglio di amministrazione raggiunge il 50%. “È già da molto tempo che abbiamo avvertito l’esigenza e individuato i benefici sociali di una partecipazione femminile più ampia e completa nelle attività finanziarie e nei processi decisionali delle loro comunità” afferma l’Amministratore delegato Joshua C. Rowland.

L’ascesa della finanza afroamericana

Secondo i dati della Federal Reserve statunitense, nel 2020 fino al 45% dei richiedenti afroamericani si è visto negare l’accesso al credito negli Stati Uniti, rispetto al 31% di richiedenti ispanici e al 18% dei corrispettivi bianchi.

Ed è proprio con l’intento di superare questo tipo di disparità che negli anni ’90 a Washington D.C. è stata fondata la City First Bank. Sin dal suo esordio, questo istituto di credito ha perseguito l’obiettivo dell’inclusione finanziaria dei quartieri a basso reddito, di cui la maggior parte popolata da afroamericani. Nel 2021 questo membro GABV e la Broadway Federal Bank di Los Angeles si sono fuse, dando vita alla principale banca degli Stati Uniti gestita da afroamericani.

Questa importante iniziativa va ben oltre la classica fusione in un’ottica di ottimizzazione dell’efficienza e dei profitti. Le dinamiche strutturali della discriminazione economica fanno sì che le banche di proprietà di afroamericani dispongano di risorse di base relativamente scarse. Nel 2020, secondo quanto riportato dal quotidiano LA Times, mentre una banca comune come la Wells Fargo poteva contare su un patrimonio di 1,97 trilioni di dollari, le banche statunitensi con proprietari o dirigenti latinoamericani si attestavano su una media di 109 miliardi, che scendeva ad appena 4,85 miliardi per quelle afroamericane.

Anche la società civile si dimostra sempre più sensibile rispetto a queste problematiche attraverso iniziative come quella alla base del movimento #BankBlack, che incoraggia gli afroamericani a depositare i propri risparmi presso banche afroamericane per supportare le proprie comunità di appartenenza. 

Accesso finanziario per tutti

Nonostante il fenomeno dell’esclusione finanziaria affligga molti altri gruppi, le banche etiche dimostrano l’esistenza di soluzioni valide, scalabili e di impatto in grado di riconoscere e valorizzare la diversità attraverso un utilizzo differente del denaro. 

Una persona su otto è affetta da disabilità. Consapevole di tale situazione, Finca DRC, membro GABV con sede nella Repubblica Democratica del Congo, ha lanciato un programma contro la discriminazione nei confronti dei non vedenti. In particolare, la banca si è mossa a sostegno delle donne affette da cecità che chiedevano l’elemosina nelle strade della capitale Kinshasa, finanziando l’avvio di un’attività. Così, molte di queste donne hanno aperto piccoli negozi al dettaglio per la vendita di prodotti come oli da cucina o generi alimentari. Finca ha organizzato corsi di formazione in gestione aziendale della durata di diverse settimane rivolti proprio a queste donne, le quali hanno poi creato un gruppo di risparmio che ha coinvolto la maggior parte delle titolari di attività a lungo termine. Grazie a questi gruppi sono riuscite ad accumulare i risparmi necessari a condurre una vita dignitosa e a sviluppare capacità di resilienza per affrontare le sfide quotidiane. 

Un altro gruppo a cui dovrebbe essere garantito maggiore accesso al credito sono i migranti. Sebbene costituiscano il 3% della popolazione mondiale, milioni di migranti continuano a subire l’esclusione finanziaria per anni dopo essersi stabiliti in un altro paese a causa delle difficoltà nell’ottenimento della piena cittadinanza. Ciò si ripercuote in diversi ambiti, tra cui l’accesso ad alloggi a lungo termine. In Minnesota, Sunrise Banks ha elaborato il progetto Open Door Mortgage, un prodotto appositamente concepito per aiutare i residenti nati all’estero che non riescono a procurarsi tutta la documentazione necessaria ad accendere il mutuo tradizionale.

Partecipa anche tu il 3 novembre alla giornata mondiale della finanza etica!