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Di che colore è il color carne?

Di che colore è il color carne?

Facciamo due chiacchiere con con Giuditta Rossi e Cristina Maurelli di Bold Stories, realtà socia e cliente di Banca Etica.

Giuditta e Cristina sono le ideatrici di una campagna che sfida stereotipiti e pregiudizi partendo dal concetto di “color carne”.

Partiamo dal principio… di che colore è il color carne?

Beh, lo sanno tutti è un colore rosa, beige. Persino i principali dizionari e vocabolari italiani dicono che il color carne è un color rosa pallido simile a quello della carne  umana.

Già il colore della carne umana… solo rosa?  

Ecco, ci siamo rese conto per caso, in una banale conversazione, dell’assurdità del termine e abbiamo deciso che dovevamo fare qualcosa. Noi diciamo che il color carne non è solo un colore, ma tutti i colori dell’umanità. L’idea di color carne uguale “rosa”, infatti, presuppone, spesso inconsciamente, che la pelle di una persona bianca sia la norma. Qualcuno usa l’espressione naturale, nudo… che non è certo una soluzione.

In cosa consiste la campagna?

Color Carne è un progetto che vuole cambiare la percezione di color carne. La nostra campagna dice proprio: Color carne non è solo un colore. Cambiamo il colore al color carne. Vogliamo richiamare l’attenzione sui temi riguardanti il colore della pelle e il rispetto delle differenze di ognuno. Vogliamo amplificare l’argomento anche in Italia, sensibilizzando non solo le persone, ma invitando gli editori e i brand a cambiare il loro vocabolario e magari pensare a nuovi prodotti inclusivi. ll nostro progetto diventa l’occasione per immaginare un modo diverso e di pensare, parlare, agire e anche di fare business.
Color Carne vuole essere la dimostrazione di come concetti che sembrano innocui, in particolare nel linguaggio e nelle rappresentazioni visive, possano invece nascondere bias, pregiudizi e stereotipi. È un invito a sfidare lo standard, a farsi delle domande e, se quello standard non ci corrisponde più, ad agire per costruire una società in cui la diversità venga valorizzata e in cui ogni persona sia in grado di riconoscersi. In questo caso parliamo di discriminazione sul colore della pelle ma lo stesso vale per tutte le categorie sotto rappresentate.

Le persone possono aiutarvi a diffondere il messaggio? Come?

Abbiamo preparato un sito dedicato, www.colorcarne.it, con tutte le informazioni, dove oltre a un “colorimetro” con i colori dell’umanità, sono segnalati, per ispirarsi e approfondire, anche case study e tool che mostrano come questa tematica venga affrontata nel mondo, in diversi settori: dall’editoria, ai prodotti, ai progetti artistici.
Ecco, ci siamo rese conto per caso, in una banale conversazione, dell’assurdità del termine e abbiamo deciso che dovevamo fare qualcosa. Noi diciamo che il color carne non è solo un colore, ma tutti i colori dell’umanità.
L’idea di color carne uguale “rosa”, infatti, presuppone, spesso inconsciamente, che la pelle di una persona bianca sia la norma. Qualcuno usa l’espressione naturale, nudo… che non è certo una soluzione.

Le persone possono aiutarvi a diffondere il messaggio? Come?

Partecipare alla campagna è semplicissimo. Abbiamo preparato delle card con persone con diverse tonalità di pelle che raccontano proprio come il color carne non sia solo un colore. Queste card si possono condividere sui social direttamente dal nostro sito o dai nostri canali social di color carne ricordando di mettere sempre l’hashtag color carne. Più siamo più faremo sentire la nostra voce, e daremo il via al cambiamento. Ed è proprio dalle piccole cose che si può favorire il cambiamento.

Raccontateci chi siete e cosa fate?

Siamo Cristina Maurelli, storyteller bianca e Giuditta Rossi, strategist nera. Lavoriamo insieme per Bold Stories, una società di consulenza strategica che aiuta aziende, organizzazioni e istituzioni a trovare la propria vera identità e, attraverso una narrazione autentica, a stabilire strategie vincenti. La nostra consulenza utilizza il nostro modello proprietario che propone le strategie di narrazione e il potere delle storie come strumenti per raggiungere gli obiettivi aziendali e progettare e sostanziare il cambiamento.

Perché un’impresa come la vostra sente il bisogno di realizzare un progetto come questo?

Bold Stories lavora sulle identità dei brand e sulle strategie di narrazione. Raccontiamo sempre quanto sia importante per un brand avere un purpose, uno scopo, e come diversità, inclusione e sostenibilità siano fondamentali per una società. Quindi questa campagna è diventata per noi un modo per contribuire a quel cambiamento che vorremmo nel mondo. E poi questa idea ci è subito sembrata molto BOLD, e quindi è diventato giusto per noi portarla avanti.

Un suggerimento per un’organizzazione che inizia a interrogarsi sui temi dell’inclusività? Da dove iniziare?

Cominciare ad interrogarsi è un ottimo inizio. E poi è necessario farsi aiutare. Fare formazione, creare dialogo interno alla propria azienda, mettersi in discussione e trovare le soluzioni che permettano a tutti di riconoscersi. Questa operazione porta anche un maggior senso di appartenenza da parte delle persone che lavorano nell’organizzazione, crea maggiore coesione, un clima migliore e dunque ha risvolti non solo culturali o sociali, ma vantaggi in termini economici e di produttività.

Perché avete scelto di essere socie di Banca Etica con la vostra Bold Stories?

Bold Stories ha scelto di diventare socia di Banca Etica perché ne condivide filosofia, valori e intenti. Crediamo molto nel ruolo sociale dei brand e nella loro responsabilità nei confronti della collettività. Pensiamo che ogni brand possa definire o ridefinire il proprio purpose e scegliere un modo virtuoso di fare business, senza rinunciare al profitto.
E dunque anche i partner finanziari sono importanti e vanno scelti con attenzione.

Nella foto Giuditta e Cristina