Oggi la Fondazione Culturale di Banca Etica presenta a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, uno studio sulla finanza sostenibile in Europa, anticipato qui da Repubblica.it.
Ultimamente vengono pubblicate molte ricerche su questo tema, ma il più delle volte si tratta di studi che si limitano a misurare la crescita – costante e incoraggiante, in effetti – degli asset investiti secondo criteri di sostenibilità nel Vecchio Continente.
Il lavoro della Fondazione Finanza Etica si distingue da tutti gli altri perché non si ferma solo ad analizzare il lato degli investimenti, ma studia anche il versante del credito: vale a dire che misura quanto la finanza sostenibile fa il mestiere di banca dando credito a famiglie e imprese (la cosiddetta economia reale) e sostenendo la creazione di valore e di occupazione, nel rispetto dell’ambiente, della legalità e dei diritti umani.
Il report ha analizzato le performance delle 23 banche etiche e sostenibili presenti in Europa (individuate come quelle aderenti alla Global Alliance for Banking o Values e alla Federazione europea delle Banche Etiche e Alternative) confrontandole con quelle delle 15 banche “sistemiche” europee individuate dall’Autorità Bancaria Europea (EBA).
I risultati
Ebbene i risultati dello studio non lasciano spazio ad alcun dubbio: negli ultimi dieci anni – mentre l’Europa faticava e fatica ancora a riprendersi dagli effetti della crisi finanziaria scoppiata negli USA nel 2008 e dilagata anche in Europa – le banche etiche hanno continuato a fare le banche in modo classico, raccogliendo depositi e concedendo prestiti mentre le banche sistemiche (o too big to fail) si sono dedicate molto di più ad altre attività (investimenti in titoli, servizi finanziari, ecc.). Nel 2017 la concessione di crediti rappresentava in media quasi il 77% delle attività totali per le banche etiche e sostenibili ma solo il 40,52% per le grandi banche tradizionali.
Le dieci più grand banche etichee sostenibili europee per volume degli attivi
Un po’ a sorpresa le banche etiche hanno mostrato performance migliori anche sul piano dei rendimenti: tra il 2007 e il 2017 le banche etiche e sostenibili hanno reso oltre il triplo rispetto alle banche tradizionali, con una redditività media annua (in termini di ROE-Return on Equity) del 3,98% contro l’1,23%. In effetti, fino al 2006/2007 le banche sistemiche hanno potuto godere di profitti drogati dalla speculazione e dall’indebitamento, ma poi la festa è finita e chi, come le banche etiche, non si è mai lasciato tentare dalla corsa a titoli esotici con promesse di guadagni mirabolanti, è stato premiato.
Le dieci più grandi banche etiche e sostenibili europee pervolume degli attivi
Con la crisi, la crescita dei colossi bancari europei si è fermata o comunque è molto rallentata, mentre gli attivi, i depositi, i prestiti e il patrimonio netto delle banche etiche e sostenibili aumentano con percentuali intorno al 10% annuo.
Leggi la sintesi dello studio in italiano
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Le normative e le proposte
Le banche etiche, dunque, sono strutturalmente diverse rispetto alle banche sistemiche e si sono dimostrate anche più resistenti alla crisi. E’ allora venuto il tempo di approvare normative, a livello nazionale e in Europa, che riconoscano e premino questa diversità. I progressi fatti su questo fronte sono documentati nella terza parte del Rapporto, che analizza come sia cambiato il sistema finanziario a dieci anni dallo scoppio della crisi, quanto pesino ancora sulle decisioni politiche le lobby della finanza e quante occasioni di riforma si siano perse per strada negli ultimi anni, con il ritorno di un vento di restaurazione preoccupante su entrambe le sponde dell’Atlantico. In particolare, il movimento della finanza etica auspica maggiore coraggio da parte della Commissione Europea che sta lavorando all’introduzione di una definizione universalmente accettata (tassonomia) per gli investimenti responsabili in Europa. Fin qui la Commissione UE sembra volersi concentrare sui soli aspetti ambientali, mettendo in secondo piano i criteri sociali. Un errore di prospettiva che Banca Etica, insieme a Gabv (Global Alliance for Banking on Values) e Febea (Federazione Europea delle Banche Etiche e Alternative) sta cercando di far modificare, grazie alla presentazione di emendamenti al progetto di riforma.
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