Napoli, rione Sanità. Uno dei tanti spicchi popolari e popolosi di una città straordinaria e ricchissima di risorse. Una delle quali è sicuramente l’Officina dei talenti, cooperativa sociale di tipo B – cioè dedita all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati – nata nel 2008 e fin dal principio in fortissima connessione con il proprio quartiere, con una fitta rete di associazioni e organizzazioni del Terzo settore, con la parrocchia condotta da Don Antonio Loffredo, sacerdote attivatore e promotore di progetti di riqualificazione e sviluppo.
In questo contesto, Officina dei talenti rappresenta una scommessa vinta. E a dimostrarlo dal punto di vista imprenditoriale c’è, tra molti interventi di pregio realizzati, innanzitutto lo splendido lavoro compiuto per ridare vita alle Catacombe di Napoli, di cui la cooperativa ha curato in particolare l’illuminazione. Specializzata in impiantistica e illuminotecnica, l’impresa esegue infatti opere di adeguamento, ristrutturazione e manutenzione di beni artistici e architettonici (complessi religiosi ed edifici scolastici, innanzitutto); inoltre si occupa di logistica, effettuando trasporti per conto terzi, e nel 2012 ha avviato un vero e proprio secondo ramo d’azienda per installare e gestire distributori automatici di bevande e snack.
Ma c’è di più. Perché oltre ai mestieri dell’edilizia eseguiti “a regola d’arte”, come si dice, grazie a 12 dipendenti e 7 collaboratori, l’Officina dei talenti traduce in concreto la propria impronta sociale favorendo l’inserimento lavorativo perlopiù di persone ex tossicodipendenti ed ex detenute, e vi affianca l’esecuzione di tirocini formativi e formazione lavorativa collegata alla riabilitazione delle dipendenze patologiche dell’ASL di Napoli, per progetti terapeutici individuali in partenariato con i comuni dell’area.
Un impegno chiave in questo territorio, reso possibile anche grazie a diversi partner funzionali al processo e partecipi dei valori. In primis due soci giuridici come La Paranza, cooperativa che gestisce le catacombe di San Gennaro con le visite guidate, e Dafne Restauri. Due realtà che, insieme a Officina dei talenti e Missione Salute, hanno fondato il consorzio Coop4art, nato per creare «aggregazione attraverso la rigenerazione di spazi sottoutilizzati, interventi di natura culturale, sociale ed economica».
E poi? E poi c’è Banca Etica, che – racconta Maria Pia Ortoli, presidente di Officina dei talenti – «conosciamo dal 2011-2012, poiché è uno degli istituti maggiormente focalizzati sulle onlus e sul Terzo settore. Tramite Banca Etica abbiamo partecipato al bando per ottenere i finanziamenti del fondo Jeremie sociale, e così abbiamo ottenuto le risorse per aprire il settore della gestione di distributori automatici. In Banca Etica troviamo persone sempre molto disponibili, con cui riesco subito e facilmente a confrontarmi. Sono accoglienti. Dall’anno scorso abbiamo attivato anche un anticipo fatture, su cui si sono dimostrati molto più efficaci e veloci rispetto ad altri…».
E se il lockdown per coronavirus è stato duro da passare pure per l’Officina dei talenti, comportando la cassa integrazione di operai e dipendenti, oggi finalmente una lenta ripresa si sta affacciando, con il restauro di una parrocchia a Ponticelli già in corso e il prossimo avvio di restauro dell’affascinante casale di Teverolaccio a Succivo, in provincia di Caserta. Deboli ma importanti segni di una rinascita, anche economica, necessaria a sostenere il core business della società: «Per le vite di chi lavora nella cooperativa – conclude Ortoli – , Officina dei talenti rappresenta un’opportunità per cambiare vita, una seconda possibilità per intraprendere un diverso stile di vita e andare avanti a testa alta. Questo è il nostro valore aggiunto. Questo è il nostro principale obiettivo sociale».
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