Si fa un gran parlare di finanza sostenibile e di come orientare gli immensi capitali della finanza privata mondiale verso progetti a basso impatto ambientale per arginare il cambiamento climatico.
Ogni giorno escono studi e ricerche che rivelano come dietro ai prodotti finanziari venduti come green o sostenibili ci siano in realtà ancora enormi somme destinate a imprese altamente inquinanti.
Da quando nel 2015 sono stati firmati gli accordi internazionali di Parigi per ridurre il riscaldamento globale, 3.800 miliardi di dollari sono stati comunque investiti in fonti fossili da parte delle 60 banche più grandi del mondo.
Manca pochissimo alla conferenza delle Nazioni Unite Cop 26 che si riunirà a Glasgow in Scozia per concordare tra i maggiori Paesi le misure per arginare la catastrofe climatica.
Oggi 27 ottobre la Commissione Europea deve proporre al Parlamento Europeo e al Consiglio d’Europa nuove regole per le banche.
Mentre la regolamentazione attuale ancora arranca nel definire quali prodotti finanziari possono definirsi sostenibili, un gruppo di accademici e organizzazioni della società civile europea, tra cui Finance Watch cui aderisce anche Fondazione Finanza Etica del Gruppo Banca Etica lancia una proposta semplice ed efficace per indirizzare sempre di più il credito e gli investimenti verso un’economia meno inquinante.
Secondo l’attuale normativa bancaria, per ogni prestito concesso le banche devono accantonare una quota di capitale sociale (cosiddetto “assorbimento patrimoniale”). Basterebbe stabilire che i finanziamenti erogati a favore di realtà molto inquinanti siano penalizzati con un maggiore assorbimento di capitale; mentre i finanziamenti erogati a favore di realtà che proteggono l’ambiente e riducono o azzerano le emissioni siano premiate con un minore assorbimento di patrimoniale.
In questo modo le banche europee sarebbero incentivate a investire su imprese realmente sostenibili.
Attualmente invece proprio i finanziamenti all’industria fossile risultano agevolati e più convenienti per le banche. Ma con la crisi climatica che galoppa e la tendenza ad abbandonare le fonti fossili questa ingente esposizione delle banche verso un settore così controverso e destinato all’estinzione potrebbero rapidamente perdere di valore a far fallire le banche più esposte, con la necessità di nuovi salvataggi pubblici con il denaro dei contribuenti. A evidenziare i rischi legati alle persistenti agevolazioni e sussidi per l’industria fossile ci ha pensato un recente studio del Fondo Monetario Internazionale.
La stessa BCE continua a segnalare quelli climatici tra i principali fattori di rischio per il sistema bancario nell’area euro, adoperandosi per offrire alle banche linee guida per una loro adeguata gestione.
Il Gruppo Banca Etica – da sempre in prima linea per mettere la finanza al servizio di un’economia pulita e inclusiva – è tra i firmatari di un appello promosso da Finance Watch per chiedere ai leader mondiali tra cui Joe Biden, Boris Johnson, Ursula Von der Leyen, Mario Draghi in qualità di presidente del G20 di regolamentare la finanza affinché la smetta di fare profitti sui disastri ambientali.
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