Il 31 ottobre è la 101ª Giornata Mondiale del Risparmio, un appuntamento di grande rilievo istituzionale (qui l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella) tanto più in un anno in cui, come ci dice l’indagine promossa da ACRI, le famiglie italiane faticano più del solito a risparmiare. Per noi del Gruppo Banca Etica è un’occasione per ribadire un principio fondamentale: il risparmio, la sua generazione e la sua destinazione, sono parte di una scelta di campo etica. Il risparmio non è un bene inerte, ma un fattore in grado di plasmare il futuro di tutte e di tutti noi e può rappresentare un potente moltiplicatore di pace e di equità. Una delle missioni della finanza etica è proprio quella di indirizzare questa sua capacità verso filiere generative e rigenerative, come l’economia sociale, le imprese virtuose e i progetti che garantiscono l’inclusione delle persone e la tutela degli ecosistemi. Attraverso un simile incanalamento mirato dei capitali, la buona finanza assolve così a una funzione di servizio per la costruzione di un maggior benessere collettivo.

Il risparmio sotto attacco: la trama oscura del riarmo
D’altra parte, in questo 2025 avvertiamo fortemente un disegno che coinvolge istituzioni politiche, bancarie e finanziarie per indirizzare invece il risparmio di cittadini e cittadine anche verso filiere distruttive, La riflessione sul risparmio è dunque offuscata da una trama che dobbiamo denunciare e contrastare. Una trama che ha come obiettivo la finanziarizzazione della guerra e una pericolosa normalizzazione delle istanze belliciste nel circuito finanziario. Una trama condotta attraverso una plateale mistificazione di ciò che, secondo il dettato delle recenti normative europee, viene etichettato come “finanza sostenibile” pur avendo perso il senso originario di questa formula.
Mi riferisco al fatto che, già da qualche giorno. è sul mercato un fondo che investe esplicitamente in armi ed è autorizzato dall’Unione europea a potersi classificare come “sostenibile”, concretizzando così definitivamente i timori che già mesi fa Banca Etica aveva espresso riguardo l’affermarsi di una deriva etica inaccettabile. L’imprimatur della Ue sul “fondo armato” costituisce un segnale che il sistema finanziario mainstream, con la benedizione delle istituzioni di Bruxelles, sta aprendo pericolosamente le porte alla corsa al riarmo, trasformando il nostro capitale – quello privato dopo quello pubblico – in benzina per l’industria bellica. Siamo di fronte a un salto di qualità cui le oltre 80 banche etiche aderenti alla Global Alliance for Banking on Values (GABV) hanno opposto il Manifesto per una finanza di pace, in cui si sottolinea che “il finanziamento delle armi non può rientrare, ed è incompatibile, con qualsiasi definizione di finanza sostenibile”.
I nostri risparmi per costruire un futuro di pace
Chi fa finanza etica o si occupa di finanza ad impatto, del resto, sa bene che il risparmio di ciascuna e ciascuno di noi non è neutro, che ogni euro affidato al sistema bancario produce potenzialmente un effetto nella società: lo racconta nel dettaglio, ogni anno, il Report di Impatto di Banca Etica, da cui emerge la capacità del denaro gestito responsabilmente di incidere in modo positivo proprio a partire dalla raccolta di risparmio, nel momento in cui si traduce nel credito per le persone e l’economia reale orientate alla pace, all’inclusione e ala protezione dell’ambiente. Di fronte a questa opportunità, dobbiamo perciò evitare che invece il risparmio delle cittadine e dei cittadini europei, talvolta inconsapevolmente, venga dirottato per finanziare la produzione di armi o filiere nocive per il Pianeta.
L’appello più urgente per questa giornata è quindi alle persone risparmiatrici affinché impieghino le proprie risorse con la massima consapevolezza, a non rimanere passive, a interrogare le proprie banche e gestori d’investimento, per guidare il denaro verso obiettivi che ci somigliano e in cui ci riconosciamo. Il risparmio è un atto di libertà, ma anche una responsabilità sociale puntata sul futuro che desideriamo.
Aldo Soldi, presidente di Banca Etica
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