La questione migratoria è diventata “il tema principale” dei discorsi dei politici, l’emergenza il fil rouge della rappresentazione mediatica mainstream.

I migranti, i profughi e i richiedenti asilo sono al centro di uno scontro politico e di valori. Che spinge sulla “pancia”, sulla leva delle emozioni.

Ma c’è chi va oltre la chiusura, l’atteggiamento diffuso di paura e ostilità usata e alimentata dai populismi di tutti i tempi.

E aiuta coloro che bloccati alle frontiere, negli edifici occupati delle città, nei ghetti delle aree rurali, sono spesso costretti a condizioni di vita durissime, senza accesso ai beni essenziali e alle cure mediche di base.

Come Georgia, Lorena, Elena, Jessica, le protagoniste di “Dove Bisogna Stare”, un documentario in uscita il 15 gennaio che racconta le storie di queste donne che non hanno girato la testa dall’altra parte, donne che si sono confrontate con il mondo e che hanno deciso di migliorarlo.

Da Como a Pordenone, dalla Val di Susa a Cosenza, quattro donne che attraverso gesti semplici e un’attitudine straordinaria lottano quotidianamente per combattere l’esclusione e dare dignità alle persone migranti.

Ma “Dove bisogna stare” non è un film sull’altruismo come ci racconta Daniele Gaglianone, regista del documentario, socio di Banca Etica. “E’ un film su chi ha coraggio di guardarsi dentro, ascoltarsi e definire il suo posto del mondo”.

Prodotto da Zalab Film, da un’idea nata in collaborazione con Medici Senza Frontiere, lo potete vedere dal 17 gennaio di sicuro a Torino, Roma, Padova, Mantova, Milano, Spoleto, Senigallia, Rovereto, Como, Cosenza. 

Per avere aggiornamenti sulle proiezioni e sulle sale in cui il film sarà programmato consulta il sito o la pagina Facebook del film.

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