La Commissione europea adotterà il 2 febbraio l’atto delegato che include gas e nucleare nel regolamento sulla Tassonomia europea, ovvero la classificazione che identificherà come sostenibili dal punto di vista ambientale le attività su cui indirizzare gli investimenti “verdi”, pubblici e privati, come previsto dal Green Deal Europeo.
Il fronte dei contrari – forte anche del parere della commissione di esperti ingaggiata dalla UE, che ha escluso che gas e nucleare possano dirsi sostenibili – non è riuscito a prevalere. Si è quindi chiusa l’ultima finestra possibile per la modifica del testo prima che venga sottoposto al voto del Consiglio e del Parlamento Ue, che non potranno più modificarlo ma solo eventualmente bocciarlo in toto e rispedirlo così al mittente.
Già nei mesi scorsi, come Gruppo Banca Etica, avevamo rilevato alcune contraddizioni nelle scelte che la Commissione Europea aveva operato nella redazione del regolamento sulla finanza sostenibile e sottolineato come, sebbene il tentativo della UE rappresenti senza dubbio un passo avanti, sia ancora troppo timido. Riteniamo che la visione della finanza etica abbia un orizzonte più ampio rispetto a quello della finanza certificata come sostenibile dalla Commissione: da oltre 20 anni pratichiamo un modello di finanza che è molto più che sostenibile e che esclude dal credito e dagli investimenti interi settori di attività palesemente dannosi per l’ambiente o per le comunità, lesive dei diritti umani o poco trasparenti sul piano fiscale e di governance. La finanza etica mette al centro dell’attività economica e finanziaria le persone e il Pianeta. Di più, intende riformulare i fini e i mezzi della finanza per creare valore economico senza che vada a scapito del bene comune.
Alla luce delle ultime decisioni adottate dalle istituzioni europee, ribadiamo ancora una volta la nostra preoccupazione: come ha affermato la Presidente di Banca Etica, Anna Fasano, “Mai ci saremmo aspettati una soluzione finale così al ribasso che inserisce tra le attività finanziabili anche gas e nucleare. Il nostro Gruppo continuerà a distinguersi con politiche di investimento più rigorose e selettive per portare un vero cambiamento nel sistema economico. Pur consapevoli dei seri problemi di approvvigionamento energetico che il mondo sta fronteggiando, riteniamo che chi vuole lavorare per il contrasto al cambiamento climatico e alla lotta alle disuguaglianze debba fare scelte coraggiose non più rinviabili e puntare sulle fonti rinnovabili”.
Anche la nostra società di gestione del risparmio, Etica SGR, ribadisce il suo impegno su questo fronte, escludendo da sempre gli investimenti in carbone, petrolio e nucleare e rivedendo la politica di investimento rispetto alle società coinvolte, a vario titolo, in attività legate al gas naturale. Ugo Biggeri, Presidente di Etica Sgr, a questo proposito rimarca: “Queste società verranno escluse dagli investimenti dei nostri fondi ad eccezione di quelle che presentino una convincente prospettiva di transizione. Le decisioni di investimento sono guidate da un’analisi specifica, volta a individuare la credibilità degli impegni assunti, valutandone la gestione, l’ambizione e l’efficacia, allo scopo di identificare gli attori che oltre all’uscita dalla dipendenza da questo combustibile fossile possano dare un contributo positivo alla transizione energetica”.
Foto di copertina Frederic Paulussen @unsplash
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