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Grazie ad Intersos l’aiuto arriva in prima linea

Grazie ad Intersos l’aiuto arriva in prima linea

Facciamo due chiacchiere con Giovanni Visone, Direttore della Comunicazione e Raccolta Fondi di Intersos.

Partiamo dal vostro ultimo Bilancio Sociale da poco pubblicato, come è andato il 2022?

Quello che ci siamo lasciati alle spalle è stato un anno speciale per la nostra organizzazione: l’anno del nostro trentesimo anniversario. Un’opportunità per ripercorrere il lungo e appassionante percorso che ci ha portato fin qua e per aprire una riflessione sulle sfide attuali e i cambiamenti del sistema umanitario, cercando di comprendere e definire meglio il nostro ruolo al suo interno. Per questa occasione abbiamo organizzato il primo Congresso Umanitario di Intersos, due giorni di dibattiti con esperti sul mondo umanitario, un evento che ci proponiamo di rendere annuale.

Ma quante sono al mondo le persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria?

Il 2022 è stato un anno segnato da una nuova, drammatica, impennata dei bisogni umanitari, destinata a lasciare segni profondi nel medio e nel lungo periodo. Alla fine del 2022, 274 milioni di persone avevano bisogno di assistenza umanitaria. Si trattava già di un aumento del 17% rispetto al 2021.

E nel 2023, il numero di persone in condizioni di bisogno ha già raggiunto i 339 milioni. Il dato più alto mai registrato. Il numero di sfollati a livello globale continua a crescere, raggiungendo la cifra record di 103 milioni.

Conoscete bene le cause alla radice di questi numeri…

Conflitti prolungati, instabilità e violenza che si protraggono per anni, come in Siria e nello Yemen, Paesi che permangono in una situazione di emergenza, mentre si aggiungono nuove crisi e nuovi conflitti, in un mondo sempre più instabile e in una crescente assenza di soluzioni politiche, in un contesto globale segnato dall’ormai lungamente analizzata crisi del multilateralismo.

Si tratta di uno scenario insostenibile, nel quale alla crescita esponenziale dei bisogni, corrisponde l’inevitabile crescita del divario tra i bisogni e le risorse disponibili per farvi fronte, che si traduce in nuove e diffuse sofferenze per le popolazioni che vivono in aree di crisi. Come è noto, il contesto globale e umanitario del 2022 è stato caratterizzato da due grandi eventi: la guerra in Ucraina e la crisi della sicurezza alimentare che ha investito molti dei Paesi più fragili, soprattutto in Africa. Intersos è intervenuta rapidamente per rispondere al conflitto in Ucraina, che ha esacerbato la crisi alimentare, e ha avviato le operazioni nel Paese e in quelli confinanti, come Polonia e Moldavia, continuando a garantire lo stesso livello di risposta in tutte le altre crisi umanitarie in cui l’Organizzazione è attiva.

Come dicevi avete festeggiato i primi 30 anni di attività…

Trent’anni fa tutto è iniziato con un piccolo gruppo di operatrici e operatori umanitari, che ha mosso i primi passi per offrire assistenza alle popolazioni vulnerabili. Oggi, come potete leggere nel nostro Bilancio Sociale, più di 3.500 persone continuano il loro lavoro in 23 Paesi per rispondere alle esigenze delle persone in fuga da conflitti, violenze, povertà estrema e disastri naturali.

Allo stesso tempo siamo chiamati a rafforzare il dialogo aperto con la società italiana, attraverso un costante lavoro di testimonianza, documentazione, sensibilizzazione, mobilitazione delle coscienze, per combattere l’assuefazione a uno stato delle cose che non può e non vede essere considerato normale e accettabile.

E dunque anche per far emergere e comprendere meglio le radici di quelle crisi e l’origine delle profonde disuguaglianze globali che non possiamo considerare ineluttabili. Solo ripartendo da questa nozione di impegno civico, scelta etica che traccia una linea sottile ma fortissima tra ciò che umano e, in quanto tale, resiste, e ciò che non lo è, perché negazione della vita e della dignità delle persone, possiamo trovare le risposte di cui abbiamo bisogno.

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