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LA CARTA DI FIRENZE PER UNA NUOVA ECONOMIA

Dal 25 al 27 settembre Firenze ha ospitato la seconda edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, intitolata “Persone, luoghi, comunità: l’economia che rigenera”.

L’evento, ideato da Federcasse e organizzato insieme a Confcooperative, Next – Nuova Economia per Tutti e Scuola di Economia Civile, ha rappresentato una nuova importante occasione di ascolto e confronto sulle sfide economiche sociali e ambientali, da cogliere per dare al Paese una prospettiva dopo Covid.

A questo scopo, il Festival ha promosso la Carta di Firenze per l’Economia Civile, un testo che vuole esprimere “l’urgenza di un cambio di rotta e di un impegno comune più incisivo, in difesa della salute, della scuola, del lavoro, dell’ambiente e del benessere collettivo”.

La Carta propone soluzioni di Economia Civile, attraverso otto impegni volti a:

  • sostenere il valore del lavoro e delle persone, ponendo al centro l’individuo e la dignità occupazionale
  • credere nella biodiversità delle forme d’impresa riconoscendo, oltre alle realtà capitalistiche, le esperienze vecchie e nuove di società cooperative, in un mercato in cui la tendenza all’ibridazione sta generando nuove forme d’impresa che si impegnano a coniugare creazione di valore economico e impatto socio-ambientale
  • promuovere la diversità e l’inclusione sociale, affrancandosi da quei meccanismi (corsa al ribasso sui diritti del lavoro e concorrenza fiscale tra Paesi) che hanno acuito le diseguaglianze economiche e sociali, per promuovere un mercato civile che favorisca l’inclusione anzitutto dei soggetti svantaggiati promuovendo le diversità
  • valorizzare l’impresa come luogo di creatività e benessere, ossia una impresa civile che favorisca la formazione della personalità di ciascuno fondandosi sulle relazioni (reciprocità, gratuità, fiducia) e sulla capacità di coniugare creazione di valore economico e di senso, produttività e sostenibilità socio-ambientale, intercettando nuovi bisogni e nuovi mercati
  • investire nell’educazione e nella promozione umana, favorendo quel benessere che può determinarsi solo dalla produzione e dal consumo di beni relazionali (amicizia, amore, fiducia, impegno civile, servizi alla persona), fondamentali anche nelle relazioni nei luoghi di lavoro, laddove dono e reciprocità favoriscono la creazione di fiducia e capitale sociale.
  • proporre una nuova idea di salute e di benessere, attraverso una presa in carico del welfare da parte di tutti i soggetti sociali, con una più stretta relazione tra società civile, Stato e mercato e tenendo conto del ruolo fondamentale svolto sia da enti del terzo settore e società civile organizzata che dai cittadini (attraverso gli stili di vita, le scelte di consumo e risparmio, la partecipazione)
  • coltivare il rispetto e la cura dell’ambiente, fattore essenziale se ci si vuole davvero occupare di povertà, welfare o salute, recuperando quel patrimonio dato da biodiversità, cultura e tradizioni dei nostri territori, capace di determinare vantaggi competitivi ad oggi non colti a causa dell’incuria contro la quale sempre più spesso la natura stessa si ribella
  • attivare energie giovani, innovazioni e nuove economie fattori fondamentali per la realizzazione di un progresso civile e sociale che si anima attraverso persone capaci di costruire relazioni; imprese civili, valore generativo e sussidiarietà circolare, operando processi che già in questi anni sono stati sperimentati attraverso formazioni, incontri, investimenti sui territori, ricerca e studio, costruzioni di laboratori che occorre sviluppare chiamando a raccolta tutte le persone interessate a generare bene comune.

“Il Gruppo Banca Etica  – racconta Anna Fasano – è tra i primi 100 firmatari alla Carta di Firenze, mai come in questo momento vogliamo condividere con cittadine e cittadini, organizzazioni , imprese ed enti locali la necessità di un cambio di rotta, non solo di piccoli aggiustamenti. L’emergenza climatica, l’aumento delle disuguaglianze sociali ci obbligano ad impegnarci per mettere in atto azioni che lavorino concretamente e quotidianamente per un cambio di modello economico e finanziario. Idee e strumenti ci sono, ora dobbiamo scegliere tutti insieme di metterli in atto”.