Tutti sanno chi era Letizia Battaglia, donna anticonformista e appassionata, diretta nelle parole e coraggiosa promotrice di cultura, figura di spicco della fotografia internazionale, simbolo di una Palermo che non si arrende alla mafia e alle ingiustizie, e anzi combatte entrambe fissandole negli occhi, attraverso il mirino della sua macchina fotografica. 

E Letizia Battaglia è morta senza mai arrendersi alla malattia, fino all’ultimo, partecipando ancora la settimana scorsa a un workshop in Toscana. Perché amava diffondere la forza e la bellezza dell’arte e del suo mestiere.

Attraverso il suo lavoro, in un ambito professionale un tempo quasi esclusivamente appannaggio degli uomini, ha documentato con acutezza e umanità le scene dei delitti mafiosi, la violenza e l’insensatezza del crimine organizzato. Ma anche la disperazione delle madri e dei fratelli, la povertà dei quartieri, la privazione del diritto a un futuro sicuro e dignitoso. 

Tutti sanno chi era Letizia Battaglia, e lo sappiamo bene anche in Banca Etica. Con la grande fotografa abbiamo avuto occasioni di condivisione e collaborazione. Ma non solo. Letizia Battaglia aveva scelto Banca Etica e si era fatta conoscere e voler bene dalle persone che l’incontravano. E così la ricordano alcuni di noi:

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Roberto Marino 
Responsabile Marketing
Eravamo seduti sugli scalini del Teatro Massimo, vicini per caso. Aspettavamo di cominciare una manifestazione, di quelle che, ogni tanto ti prendeva la paura… Abbiamo cominciato a parlare perché, curioso, ti ho chiesto il perché fossi diventata una fotografa. Mi hai risposto che non ti sentivi una fotografa, ma una donna che osserva, o almeno io ho capito così. Mi hai detto che osservando e fotografando scavavi, andavi a fondo. Guardavi al cuore delle cose.

Claudia Ciccia
Area Territoriale Sud
Non suonava mai il campanello quando arrivava in filiale, si vedeva, anche dietro la tenda la sua figura corpulenta fasciata da caftani ampi, il caschetto di capelli ora arancione, ora azzurro, oppure rosa fucsia, con la immancabile sigaretta tra le dita, che bussava con le nocche sul vetro. […] Correva l’anno 2007, la filiale di Palermo era stata aperta da poche settimane e lei si presentò in cassa per aprire un conto e diventare socia della banca. Aveva il denaro con sé. Le chiesi un documento di identità e il codice fiscale per poterla censire: «Non ho documenti, sono Letizia Battaglia» mi rispose. Le spiegai che senza documenti non potevo procedere. Troppa burocrazia per lei… è andata via con la promessa di ritornare una volta in possesso del documento e così è stato a distanza di qualche mese. Diceva in giro con orgoglio di essere socia di Banca Etica, lo era tramite la sua associazione Laboratorio d’If di Letizia Battaglia.
Negli anni ho visto i segni del tempo infierire sul suo corpo, ma non sul suo animo, sempre pronta per nuovi progetti, sempre fiera e orgogliosa di quello che era, sempre pronta a dire la sua senza peli sulla lingua. Ti ricorderò sempre Letizia, e magari un giorno, perché no, seguirò il tuo consiglio di tingere i capelli color “rosso”: «cos’è questo biondo pallido? – mi disse una volta – Devi tingerli di rosso! Battaglieri come te!».

Gabriele Vaccaro
Filiale di Palermo
Una delle anime più belle ed autentiche della poliedrica realtà e storia siciliana. Era uno spirito libero che ben si sposava con il nostro profumo di libertà e desiderio di giustizia sociale. Uno spirito che ha contagiato e continua a vivere dentro tantissime persone che hanno avuto la fortuna di conoscerla e frequentarla dentro e fuori Banca Etica. 

Teresa Masciopinto
Responsabile Relazioni Associative
Letizia Battaglia è stata una delle prime persone ad aprire il conto nella neonata filiale di Palermo, di cui era un’amichevole frequentatrice. Anche in Banca Etica ha saputo portare il suo sguardo critico e irriverente, e ha voluto sostenerci donando alla banca la disponibilità per un anno di una sua mostra itinerante con 25 tra i suoi scatti più famosi.

photo credits: Orlando Callegaro