Ogni anno ottobre è il mese della spesa Fairtrade, l’occasione per acquistare i prodotti di commercio equo certificati con lo sconto per poi continuare a sceglierli tutto l’anno nelle catene di supermercati che offrono una scelta sempre più ampia di prodotti sostenibili. Quest’anno sarà anche l’occasione per testimoniare il proprio impegno all’acquisto etico attraverso un gioco. Su settimane.fairtrade.it ognuno di noi potrà fare una promessa di acquisto scegliendo 5 prodotti simbolici del commercio equo: caffè, cacao, zucchero, tè e banane per poi tradurre la propria promessa in un atto concreto. Dopo ogni “promessa” sarà il volto di un agricoltore a testimoniare l’effetto che un acquisto consapevole può avere su chi coltiva in termini progetti di riforestazione, assistenza sociale e sanitaria, aumento della produttività, formazione e istruzione per i figli dei contadini.
Sembra un gioco ma non lo è
Il gioco è solo uno strumento di riflessione sul valore che ognuno di noi dà a un prodotto alimentare e sui meccanismi che si nascondono dietro un prezzo troppo basso: spesso lavoro sottopagato che crea povertà, lavoro minorile, fame. Ma anche impossibilità di preservare l’ambiente, di investire nel miglioramento produttivo, di creare sviluppo. Tutte conseguenze che paghiamo tutti perché tutti risentiamo del cambiamento climatico, dell’immigrazione provocata dalla povertà, del fatto di nutrirci con cibo di scarsa qualità.
Fairtrade fa sul serio
Fairtrade è un marchio di certificazione nato vent’anni fa per proporre il modello del commercio equo ad aziende e partner che vogliono investire nell’acquisto di materie prime come caffè, cacao, zucchero di canna, tè, banane e tanti altri prodotti. L’obiettivo è chiaro: migliorare la vita di contadini e lavoratori dei paesi in via di sviluppo attraverso un prezzo più giusto, che retribuisca dignitosamente le persone che producono il cibo che amiamo. E attraverso un prezzo “Premio”, ovvero un margine aggiuntivo riconosciuto alle organizzazioni di produttori e lavoratori che possano destinare ai progetti più utili per l’impresa e per la comunità. Norandino in Perù, ad esempio, ha investito nella riforestazione di un’ampia area boschiva; Asunafo, in Ghana, per percorsi di formazione sulla parità di genere; l’Asociacion Agricola Noroestana, in Repubblica Dominicana per l’assicurazione agricola per i danni causati dal maltempo e per borse di studio per i figli degli agricoltori.
Tante storie di riscatto
Ma ci sono tanti esempi concreti in cui Fairtrade ha fatto la differenza per numerose comunità in Asia, Africa e America Latina. A proteggere le persone più fragili ci sono inoltre gli Standard, regole precise a cui le organizzazioni degli agricoltori si devono attenere per evitare lo sfruttamento, il lavoro minorile, la distruzione degli ecosistemi locali, la disparità tra uomo e donna, le discriminazioni. Regole difficili da rispettare in contesto in cui la violazione dei diritti umani è spesso all’ordine del giorno e la precarietà dei contesti politici e sociali non favorisce la crescita economica e lo sviluppo delle comunità. Per supportare le comunità, c’è solo un gesto che possiamo fare, molto semplice ma nello stesso tempo rivoluzionario: fare la spesa cercando i prodotti certificati Fairtrade.
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