Quando parliamo di salvare il Pianeta Terra parliamo in realtà della sopravvivenza di noi umani che ci abitiamo sopra (insieme a tante altre specie viventi).
Questo per rendere chiaro una volta per tutte che qui non si tratta di ambientalismo radical chic, ma di strategie di sopravvivenza della specie.
Certo, se la politica e l’opinione pubblica avessero preso sul serio gli ambientalisti – che insieme ai pacifisti hanno dato vita al movimento della finanza etica già 30 o 40 anni fa – forse non saremmo arrivati a questo punto, ma ormai è inutile guardare indietro.
È necessario guardare avanti e farlo con coraggio.
Oggi si apre a Madrid la conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop 25 – 2-13 dicembre).
Una parte del copione è ampiamente prevedibile: ci saranno annunci, dichiarazioni più o meno roboanti, scontri politici. Tutto normale, purché alla fine si faccia sul serio e presto, come ha scritto Valori nell’ultimo dossier.
Una delle leve fondamentali per finanziare la trasformazione ecologica del nostro sistema produttivo e arginare l’emergenza climatica è la finanza, quella pubblica e quella privata.
Ecco dunque i nostri auspici per la Cop 25:
- Meno marketing, più coraggio: è ora di definire in modo chiaro e stringente quali proposte di investimento ai cittadini e alle imprese possono davvero definirsi “sostenibili”, cioè non dannose per l’ambiente e il clima, o addirittura “a impatto positivo”, cioè capaci di migliorare la situazione. Non è più tempo di pubblicità green che non rendicontano chiaramente al pubblico il reale impatto ambientale e sociale degli investimenti proposti. O di società di investimento e banche che si dichiarano sostenibili ma poi dedicano all’ambiente una percentuale irrisoria delle loro proposte per continuare a fare affari con carbone, petrolio, nucleare. Già… l’energia nucleare, che meriterebbe un capitolo a parte visto che in Europa c’è chi vorrebbe inserirla tra le fonti di energia pulita perchè non sprigiona CO2, ma la gestione delle scorie e il rischio incidenti sono pericoli altrettanto gravi, o no?
- Stop finanziamenti alle fonti fossili – Che gli investitori istituzionali diano il buon esempio, destinando le loro ingenti risorse al sostegno delle imprese più innovative e pulite. Impegni sono già stati annunciati da Banca d’Italia, BEI, BCE (con qualche timidezza di troppo, che contiamo di smussare con la mobilitazione della società civile europea con cui abbiamo già scritto alla neo-presidente Christine Lagarde). Noi – che da 20 anni insieme a Etica sgr escludiamo dai nostri investimenti e finanziamenti tutto il settore delle fossili, e ovviamente anche il nucleare e sosteniamo invece imprese innovative attive nello sviluppo e utilizzo di energie da fonti rinnovabili – abbiamo molte buone pratiche da condividere!
- Tassiamo la speculazione finanziaria per realizzare la riconversione energetica – Facciano pagare la conversione a chi fin qui ha guadagnato sul disastro ambientale. E’ davvero tempo di usare la leva fiscale per scoraggiare la finanza più speculativa e reperire gettito per finanziare la transizione energetica: non si tratta solo di litigare sulla plastic tax, ma di decidere di tassare alla radice la speculazione finanziaria che ha alimentato la crescita smisurata del sistema produttivo che ci ha condotto fin qui, sulla soglia dell’emergenza.
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