Le banche etiche europee mettono sempre più il credito al centro della propria attività, riuscendo a sostenere l’economia sociale e solidale anche durante la pandemia. Nel 2019 il 76,44% del totale degli attivi delle banche etiche europee ha riguardato l’erogazione di credito a famiglie e imprese.
Negli ultimi dieci anni le banche etiche sono cresciute molto di più rispetto al sistema bancario europeo nel suo complesso, mentre le banche cooperative si sono collocate a un livello di crescita intermedia e comunque sensibilmente superiore a quella del sistema bancario. La crescita dei prestiti e dei depositi: rispettivamente del +10,16% e del +10,84% in media l’anno dal 2009 al 2019.
Le banche tradizionali hanno invece incentrato la propria attività sugli investimenti finanziari, la vendita di titoli, l’acquisto di quote di società: per loro l’attività creditizia corrisponde appena al 38,7%. Si distinguono anche le banche cooperative in cui l’attività di credito rappresenta quasi il 60% delle attività totali.
È quanto emerge dal Quarto Rapporto sulla finanza etica e sostenibile in Europa, pubblicato da Fondazione Finanza Etica, che ha analizzato l’attività delle 4.500 banche operanti nell’area euro.
Tra gli altri aspetti, il rapporto di Fondazione Finanza Etica analizza i fondi delle prime tre società di gestione del risparmio italiane (Generali, Gruppo Intesa-Sanpaolo e Amundi): con riferimento ai dati al 31 dicembre 2020 emerge come anche tra i fondi proposti come rispettosi dei criteri ESG (totalmente o in parte) appaiano società controverse, sia petrolifere sia produttrici di armi. Un’analisi confermata anche da una recente inchiesta dell’Economist che ha fatto i conti con i numeri dei 20 maggiori fondi venduti come ESG del mondo. Svelando che mediamente ciascuno di loro detiene investimenti in 17 produttori di combustibili fossili, a partire dalle note multinazionali Exxon Mobil e Saudi Aramco.
Il Rapporto di Fondazione Finanza Etica analizza anche il complesso tema degli impatti della finanza sulle violazioni dei diritti umani nel mondo. Dal lavoro di un team di ricercatori dell’Università di Pisa, realizzato con il contributo di Fondazione Finanza Etica ed Etica Sgr, è nato un nuovo indicatore, il Banks HUMAN RIGHTS Index. Sulla base di questo indice, tra le banche più coinvolte in violazioni dei diritti umani figurerebbero Standard Chartered Bank, BNP Paribas, Wells-Fargo, BlackRock, Morgan Stanley. Circa un quarto di esse (47 banche pari al 26% del campione) sarebbero state coinvolte – in modo diretto o a causa di operazioni commerciali e industriali che hanno finanziato – in almeno un evento di violazione dei diritti umani, per un totale di 180 violazioni nel periodo 2000-2015.
La finanza etica è molto più che sostenibile, approfondisci!
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