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Il settore dell’alta tecnologia non è tra i più battuti in questo blog, ma –  quando accade – avviene perché ci si occupa di imprese come Naria Security, PMI innovativa che accompagna la conduzione industriale con un attenzione all’impatto sociale. Un’attenzione evidente a cominciare dalla nascita, nel 2015, quando, a seguito dell’acquisto del ramo più promettente di un’altra impresa allora in difficoltà, ha consentito di salvare alcuni posti di lavoro.

Con base a Torbole Casaglia (Bs), l’impresa è piccola ma è stata capace di resistere e crescere anche durante la pandemia di coronavirus, specializzandosi nella produzione e installazione di sistemi di sicurezza e schede elettroniche che sfruttano la fibra ottica plastica. Prodotti pensati per custodire cavi in rame e pannelli fotovoltaici, attrezzature agricole e da cantiere, avvisare in caso di un’apertura non autorizzata dei pozzetti, trasmettere dati. E operando nel bresciano, area flagellata dal Covid19, Naria Security a marzo 2020 ha manifestato il suo senso di comunità donando il materiale dei suoi sistemi antintrusione perché fosse installato in alcuni ospedali della Lombardia, a proteggere le aree in cui erano collocati gli impianti per l’erogazione dell’ossigeno. Un gesto concreto in un momento drammatico, perseguito da un’azienda formata da 3 soli dipendenti più l’amministratore, una microimpresa che opera in un settore di nicchia e che l’anno scorso ha saputo registrare un fatturato di 400mila euro (raddoppiando la cifra dell’anno precedente).

Un programma della tecnologia Naria

Il buon risultato recente, d’altra parte, è stato ottenuto dopo notevoli difficoltà patite dalla fine del 2019, dopo aver avuto in anticipo (per la frequentazione di fornitori in Oriente, dove già il coronavirus si diffondeva) le avvisaglie del grave impatto economico che la pandemia avrebbe comportato. Ed ecco che, trovate chiuse le porte dell’istituto di credito fino ad allora di riferimento, «Abbiamo avuto il primo colloquio in Banca Etica – ricorda Silvia Poli, amministratrice di Naria Security – e abbiamo incontrato immediatamente ciò che stavamo cercando: innanzitutto un rapporto umano molto semplice e una condivisione di valori etici e la comprensione del tipo di lavoro che portavamo avanti.

Banca Etica ci ha aiutato nel momento di difficoltà maggiore, quando è scattato il lockdown totale a Brescia, e ci ha assistito nel rinegoziare i finanziamenti che avevamo con la vecchia banca, per liberarci degli ultimi legami con essa poter sviluppare un nuovo percorso bancario e finanziario». E così, mentre Naria Security si è rilanciata commercialmente con successo, Andrea Faini, vice responsabile della filiale di Brescia, riconosce un comune sentire ai suoi amministratori, i soci al 50% Silvia Poli e Marco Rizzetti: «Sono due persone sensibili a tutti i temi che affronta quotidianamente Banca Etica e la finanza etica, e lo dimostrano con il lavoro quotidiano».

Sarà per questo che i pannelli fotovoltaici di un presidio medico in Congo sono dotati dei prodotti antintrusione della compagnia bresciana. E la tecnologia di Torbole Casaglia si trova anche a protezione degli impianti per la fornitura di energia rinnovabile in Tanzania, in diverse località nei dintorni del Lago Vittoria, installati sul posto da Jumeme, compagnia che si occupa di realizzare impianti che servono i villaggi rurali per renderli indipendenti dal punto di vista energetico. Una risorsa vitale, strumento di sopravvivenza e sviluppo, per comunità cosiddette off-grid, cioè che non hanno accesso alla rete elettrica nazionale.

Impianto in Tanzania con la tecnologia Naria

Africa a parte, Naria Security conferma una vocazione internazionale, tant’è che «l’anno scorso il fatturato per progetti all’estero ha superato quello per progetti nel nostro Paese», conclude Poli. Pur svolgendo molte delle sue attività in Italia, infatti, l’impresa può vantare un progetto sull’audio ad alta fedeltà sviluppato insieme a una controparte locale in Canada; l’impegno per un importante impianto fotovoltaico in Mongolia; lavori in diversi Stati europei, dalla Grecia alla Svezia, e poi in Nuova Caledonia, Turchia, Regno Unito.