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Marianna e Chiara, due donne coraggiose, custodi del grano antico

Marianna e Chiara, due donne coraggiose, custodi del grano antico

In collaborazione con Corrado Fontana, giornalista di Valori.it

Talvolta finanza e buona volontà imprenditoriale si incontrano, per una naturale affinità, se la prima è etica e la seconda è portatrice di valori di integrità e amore per il territorio e il cibo sano. Tutto questo emerge addentrandosi nella storia di Perniola Alimenti di Rutigliano, nel barese. Una storia in cui sono assolute protagoniste, insieme alla campagna di Puglia, due donne capaci, caparbie e coraggiose, Marianna Perniola e Chiara Cipparano, custodi attestate dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di 9 varietà di grani antichi: cinque teneri (Bianchetta, Gentil Rosso, Germanella, Carosella, Maiorca Rossa), tre duri (Saragolla rossa, Perciasacchi e Timilia), e infine il farro monococco (o farro piccolo).

Marianna e Chiara, dopo una carriera di successo in settori assai diversi dall’agricoltura, l’una nel settore commerciale e nel marketing internazionale, l’altra nel tessile, hanno cambiato vita. «Non ci sentivamo a nostro agio in determinati ambienti e con determinate dinamiche, per cui abbiamo deciso di fare qualcosa di nuovo, di testa nostra, nel settore agroalimentare, perché ci piacciono la terra e la campagna – spiega Marianna –: un’azienda, utilizzando i risparmi accumulati durante la precedente esperienza di lavoro. Abbiamo condotto una ricerca sui grani coltivati dai contadini locali, parlando con gli anziani che custodivano questi semi. Ci siamo rivolte al Cnr per verificare che si trattasse di semi effettivamente antichi. E, non avendo terreni, ora chiediamo ai coltivatori di piantare i nostri semi e ci impegniamo ad acquistare l’intero raccolto».

All’inizio il grano veniva portato a macinare in altri mulini, ma presto è scaturito un desiderio di diventare autosufficienti e chiudere la filiera macinando in proprio, acquistando un piccolo mulino a pietra. Così è iniziato il rapporto con Banca Etica. «Nonostante avessimo fatto sempre tutto con le nostre forze economiche, abbiamo deciso di rivolgerci all’unica banca che sapevamo premiare le persone e i progetti, finanziando l’economia reale. Banca Etica ci ha chiesto così di elaborare un business plan e tracciare un quadro degli anni di attività trascorsi. E sulla base di quello ci ha dato fiducia e ci ha finanziato». Con un mutuo da 30mila euro che è servito anche per ingrandire l’attività in un nuovo locale. Ma non solo. Perché quando, nella notte tra il 7 e l’8 luglio 2019, un incendio quasi certamente doloso ha bruciato il raccolto di Saragolla e Timilia, la banca ha voluto concedere un piccolo fido aggiuntivo. E su input degli amici di Chiara e Marianna, con la spinta dell’ampia rete di solidarietà locale che le circonda, è stata avviata una raccolta fondi in loro favore sulla piattaforma Produzioni dal basso. Una campagna che ha tuttora bisogno di essere sostenuta.

«Dalle nostre parti – ricorda Teresa Masciopinto di Banca Etica, barese anche lei – se sei donna e non hai una tradizione familiare in agricoltura alle spalle è ancora più complicato. E loro si sono trovate a subire questo brutto atto…», nonché un grave danno per una piccola azienda che proprio nei limiti di produzione ha la sua fragilità. Eppure Marianna non ha mai perso il buon umore, confidando di farcela anche questa volta. Perniola Alimenti, del resto, dall’avvio nel 2012 cresce mediamente del 50% l’anno, macinando – prima del rogo – circa 130 quintali di grano (certificato biologico dal 2016), di cui 90 di grano tenero. Produce inoltre una dozzina di quintali di pasta e circa la metà di biscotti e taralli. Per un fatturato intorno ai 70mila euro. «Chi si rivolge a noi – conclude Marianna – ha generalmente la necessità di mangiare con pochissimi zuccheri e contenuto calorico, e su questo ci siamo specializzati». Proprio dove un mulino già esisteva negli anni ’30, oggi ci sono quindi un mulino moderno e il negozio di Chiara e Marianna. In uno spazio, nel centro del paese, ristrutturato anche grazie alla solidarietà concreta della precedente storica proprietà – segno tangibile di una comunità affezionata e partecipe –.