Dimensione del testo
ALTO CONTRASTO (CHIARO)
ALTO CONTRASTO (SCURO)
FONT ACCESSIBILI

Finanza etica

Informazione e formazione critica sulla finanza

Finanza etica

I valori della finanza etica: un punto fermo tra turbolenze dei mercati e allarme greenwashing

I valori della finanza etica: un punto fermo tra turbolenze dei mercati e allarme greenwashing

Diversi articoli di stampa italiana e internazionale riportano in queste settimane una presunta crisi dei fondi di investimento sostenibili ed ESG che starebbero subendo perdite maggiori rispetto al resto del sistema finanziario a causa di vari fattori, quali la loro esposizione verso alcuni titoli tecnologici che vivono pesanti cali nel valore delle azioni e l’esclusione degli armamenti e delle fonti fossili (carbone e petrolio) settori che, in questa nuova fase innescata dalla guerra in Ucraina, registrano buone performance.

Intanto si intensifica l’allarme greenwashing con l’uscita di ricerche – e anche di indagini giudiziarie – che mettono in luce come troppo spesso i prodotti finanziari venduti da grandi società finanziarie come sostenibili nascondano investimenti in settori molto inquinanti e dannosi per la società.

In questo scenario la finanza etica si mantiene saldamente ancorata ai propri valori fondanti e mantiene un dialogo sempre aperto con la propria clientela.

Ecco alcune risposte alle domande e ai dubbi che possono sorgere tra i risparmiatori in questa fase.  

Come si stanno muovendo i mercati finanziari?

Stiamo attraversando un momento storico particolare, caratterizzato da una forte incertezza politica ed economica che si riflette nei mercati mobiliari, creando volatilità a livello globale.

La combinazione data dalle tensioni geopolitiche, dall’aumento dell’inflazione e dal conseguente inasprimento delle politiche monetarie delle banche centrali, ha portato a rivedere al ribasso le stime di crescita dell’economia mondiale. 

In questo contesto, la repentina risalita dei rendimenti governativi e l’allargamento degli spread dei titoli corporate bond hanno influenzato in modo considerevole l’andamento dei corsi obbligazionari. 

Il mercato azionario, al di là del conflitto in Ucraina, è stato oggetto di una costante revisione al ribasso delle forse troppo ottimistiche stime di crescita per il 2022 sia in America sia in Europa. I grandi investitori stanno riducendo gradualmente l’esposizione che, fino a poco tempo fa (con i tassi d’interesse molto bassi), costituiva un’alternativa d’investimento interessante. 

In questo contesto i fondi di Etica Sgr sono sostanzialmente in linea ai propri indici di riferimento.

I Fondi di Etica Sgr sono esposti rispetto alle grandi società tecnologiche che stanno registrando importanti perdite in questo periodo?

I fondi di Etica Sgr, a differenza di altri prodotti sostenibili, escludono già da tempo i titoli dei cosiddetti FAANG ovvero Facebook (Meta Platforms), Amazon, Apple, Netflix, Google (Alphabet). Le motivazioni principali sono dovute ad una o più delle seguenti circostanze: episodi legati al rispetto della privacy degli utenti, dei diritti dei lavoratori lungo la catena di fornitura, abuso di posizione dominante, discriminazione sul luogo di lavoro, diritto di associazione e sindacato, punteggi ESG bassi all’interno del settore di appartenenza. Dunque il rendimento dei nostri prodotti non è particolarmente influenzato dall’andamento negativo dei FAANG (se non in maniera indiretta, cioè a causa della correlazione presente nei mercati). 

State considerando di modificare i portafogli dei vostri fondi di investimento per approfittare dei rialzi di settori quali quello delle armi o quello delle fonti fossili?

Sebbene sia possibile osservare una crescita del settore militare innescato dalla decisione dei Governi occidentali di aumentare di molto la propria spesa militare, Etica Sgr conferma la scelta escludere il settore degli armamenti dagli investimenti dei fondi. Questo posizionamento è per noi un valore fondante della finanza etica che non può essere messo in discussione. Il settore degli armamenti non può, dal nostro punto di vista, creare in nessun modo un impatto sociale positivo.

Stessa considerazione vale per la scelta di non investire in petrolio e carbone: la finanza etica resta salda nella scelta di puntare sulle energie rinnovabili e di non contribuire all’allarmante rallentamento nella lotta ai cambiamenti climatici cui stiamo assistendo.

Si stanno intensificando le notizie di studi, ricerche e anche indagini delle autorità giudiziarie negli USA e in Europa secondo cui molti degli investimenti venduti dalle grandi società finanziarie come “sostenibili” contengono in realtà ingenti quote di società molto inquinanti. Cosa ne pensa Banca Etica?

Il fenomeno del greenwashing nella finanza come in altri settori sta diventando allarmante. Cavalcando la forte richiesta di prodotti di consumo e di investimento a basso impatto ambientale molte società vendono come green soluzioni che non lo sono abbastanza.

Banca Etica denuncia da tempo questo problema, anche con i propri studi. E’ un bene che il tema sia diventato oggetto di attenzione da parte della stampa, dell’opinione pubblica e anche delle autorità giudiziarie perché solo così si arriverà a ottenere una vera trasparenza su cosa si intende per investimenti orientati al contrasto ai cambiamenti climatici. L’Unione Europea sta cercando di regolamentare il settore con una normativa ad hoc che però non è pienamente soddisfacente, anche se rappresenta un primo passo importante. 

Il Gruppo Banca Etica è stato tra i primi al mondo a inventare un modello di business in cui la selezione degli investimenti e dei crediti viene effettuata secondo metodologie affinate negli anni per essere sempre più rigorose nella valutazione e nella rendicontazione degli impatti sociali e ambientali e per questo ci sentiamo sereni nel proporre le nostre soluzioni finanziarie come realmente etiche e green. Banca Etica è stata e resta l’unica banca che – in un’ottica di totale trasparenza –  pubblica sul proprio sito web tutti i finanziamenti erogati a imprese e organizzazioni in modo che i risparmiatori possano sapere come la banca impiega il loro denaro.

Quali scenari possiamo ipotizzare per il futuro?

Stiamo vivendo una fase di transizione intesa come cambiamento che porterà a un nuovo equilibrio, basato probabilmente su tassi non più a zero, livelli di inflazione più elevati e livelli di crescita economica più ordinari dopo lo straordinario boom economico post pandemia registrato l’anno scorso. Quanto durerà questa fase è difficile da prevedere, ma la storia ci dimostra che gli investitori etici, pazienti, non solo vedono un recupero delle perdite eventualmente subite in una fase di shock ma riescono nel medio-lungo periodo a realizzare i propri obiettivi di investimento.

Siamo inoltre fiduciosi che la crisi energetica che ha colpito l’Europa e che sta ponendo tutti i Governi davanti alla necessità di aumentare la propria indipendenza negli approvvigionamenti di energia nel medio lungo periodo potrà spingere ulteriormente la crescita del settore delle fonti rinnovabili su cui da sempre investono i fondi.

Foto di Jarrett Tilford da Pixabay