Banca Etica era con loro e con Fridays for Future lo scorso 26 marzo in una giornata di mobilitazione per la giustizia sociale e climatica: stiamo parlando dei lavoratori e delle lavoratrici dell’ex impianto GKN di Campi Bisenzio che produceva semiassi per i principali marchi del comparto automobilistico. La loro è la storia di una vertenza che vede il collettivo presente in fabbrica, fondato su un modello partecipativo, lottare contro la chiusura dello stabilimento, a seguito dell’acquisto dello stesso da parte di un fondo di investimento britannico, ma anche quella di un insieme di persone che danno vita ad un vero e proprio laboratorio che si apre alla società civile e ad una serie di istanze convergenti, come sono la battaglia ambientale e quella per i diritti sociali. L’obiettivo è “cambiare i rapporti di forza nella società, conquistare diritti e salario, riacquisire scuola, sanità e trasporto pubblici, ottenere la giustizia climatica e sociale”.*
Obiettivi condivisi
Il loro motto, “Insorgiamo”, è diventato comune a tanti movimenti che si battono su numerosi fronti, tutti accomunati da un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario: produrre un cambiamento radicale e contribuire alla costruzione di una società diversa, che rimetta al centro l’ambiente e le persone. Un obiettivo condiviso anche da Banca Etica.
Non è un caso, quindi, che il collettivo di fabbrica GKN abbia scelto di aprire un conto proprio presso Banca Etica in collaborazione con la Mag, cooperativa mutualistica finanziaria e autogestita della Comunità delle Piagge. Un conto il cui obiettivo finale è stato quello di attivare forme di mutualismo e che, come loro stessi hanno sottolineato, non avrebbe avuto “nessun tipo di legame con il fondo finanziario che ci ha chiusi, né con altri strumenti della grande finanza”. Il riferimento è proprio al fondo londinese Melrose Industries che, dopo aver acquisito lo stabilimento, nel luglio 2021 ha comunicato ai dipendenti e alle dipendenti la chiusura immediata attraverso una email. Una decisione che ha prodotto inevitabilmente impatti su oltre 400 famiglie.
Nel corso dei mesi che sono seguiti, periodo in cui la vertenza è diventata simbolo e modello per molte altre lotte, grazie all’instancabile attività degli operai e delle operaie della ex GKN, le questioni inerenti i licenziamenti e le delocalizzazioni, spesso innescati da un sistema finanziario basato sul profitto di breve termine, sono tornate al centro del dibattito pubblico.
Un accordo in aiuto di lavoratori e lavoratrici
La mobilitazione del collettivo non si è, quindi, mai arrestata. Ma, dopo più di un anno di lotta, il processo di re-industrializzazione voluto dalla nuova proprietà pare essere naufragato, la vertenza ancora ferma e gli stipendi bloccati. In uno scenario economico, peraltro, che vede la situazione aggravata dall’aumento dell’inflazione e dal conseguente caro-vita.
In attesa che il piano di rilancio votato dall’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici (incentrato sulla possibile realizzazione di Cargo-bike e pannelli fotovoltaici) veda piena attuazione, il Gruppo Banca Etica continua ad essere al loro fianco: negli scorsi mesi è stato stipulato un accordo il base al quale l’istituto offrirà agli operai e alle operaie, rimasti senza stipendio, prestiti garantiti attraverso il fondo per la microfinanza di Etica Sgr. Gli interessi dei prestiti saranno ripagati attraverso il fondo mutualistico dei lavoratori aperto con MAG Firenze. Al momento sono state portate a termine 12 pratiche di finanziamento gestite dalla filiale di Firenze.
Una storia operaia significativa che cerca di riscrivere un modello economico e sociale, fondandolo su logiche profondamente diverse da quelle del sistema oggi dominante. E nel quale la finanza etica gioca un ruolo importante.
*da “Insorgiamo. Diario collettivo di una lotta operaia (e non solo) – edizioni Alegre
Immagine di copertina: pagina facebook Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze
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