Ridurre l’impatto ambientale e impiegare le risorse date nel miglior modo possibile, alimentando la diffusione delle competenze in materia di economia circolare e, particolarmente, nel riciclo dei rifiuti organici effettuato in autonomia dalle imprese e dalle famiglie. Rispondono a questi obbiettivi l’attività avviata e di prospettiva di Komposta, start up innovativa nata nel 2019 e specializzata nello sviluppo e nella distribuzione di compostatori elettromeccanici in Italia e all’estero, nonché vincitrice nel 2021 del bando Innovare in rete di Banca Etica.

E se, a partire dal Green New Deal, anche l’Unione europea si dimostra sempre più consapevole che “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, il mercato italiano delle macchine compostatrici sembra avere un futuro in espansione. Ne è convinto, ad esempio, Giovanni Candeloro, amministratore delegato della società con base a Bellante (Te), la quale a ottobre scorso ha ricevuto le prime compostiere elettromeccaniche dal proprio fornitore, dopo aver investito i primi due anni di lavoro nella ricerca dei partner e nella definizione tecnica e qualitativa delle apparecchiature da commissionare. «Il nostro obiettivo – spiega l’ad – è sviluppare la diffusione di servizi di compostaggio aerobico tramite  strumenti innovativi che permettano di trasformare i rifiuti organici in terriccio valorizzabile in vari modi. Le compostiere arrivano dall’India, dove sono state realizzate a partire dalle nostre indicazioni, e modificate in alcuni elementi specifici per essere adatte al mercato europeo. Abbiamo sviluppato un lavoro specifico su tutte le normative di riferimento e abbiamo avviato un networking con le associazioni di settore, e con alcuni enti territoriali. In quanto società benefit partecipiamo inoltre a progetti di formazione e sensibilizzazione sul tema del compostaggio».

Komposta, tra i suoi punti di forza, ha senz’altro la collaborazione con Banca Etica, dal momento che – ricorda Candeloro – «A partire dalla partecipazione al bando Innovare in rete abbiamo ottenuto un finanziamento agevolato e la disponibilità di alcuni servizi di incubazione aziendale, ricevuti in forma di consulenza su capitale umano e aspetti tecnici, tecnologici e innovativi dalla Fondazione Giacomo Brodolini e dalla Fondazione Bruno Kessler». D’altra parte per l’azienda è fondamentale anche far parte del gruppo Ekoe, che da 15 anni almeno si occupa di materiali compostabili e include Plastic Free Certifications, che propone diversi servizi di certificazione soprattutto per il settore dell’alta ristorazione e, in generale, del cosiddetto Horeca (è l’acronimo di hotellerie-restaurant-café). Ciò permette una sinergia utile in fase di ricerca e sviluppo delle migliori funzionalità delle compostiere per favorirne il buon uso in relazione alle caratteristiche dei rifiuti organici immessi, alla loro gestione e ai materiali prodotti (l’output) alla fine del processo di compostaggio, che in questo caso sono FOS (frazione organica stabilizzata) o compost, ovvero terriccio altamente ricco di sostanze organiche ed elementi nutritivi. Compost in grado quindi di aumentare la fertilità dei terreni di campi agricoli, giardini, aiuole, fioriere e vasi, riducendo al contempo il conferimento in discarica dove, fermentando liberamente e percolando, gli scarti emettono gas serra e sono fonti di inquinamento ambientale. 

Non a caso anche Riccardo Dolci – responsabile della filiale di Banca Etica di Ancona – sottolinea l’importanza del contributo di Ekoe nel progetto di Komposta, e la capacità di precorrere i tempi, «puntando su eliminazione della plastica, riciclo, creazione e diffusione di materiali compostabili, insomma su pratiche virtuose che – da un punto di vista ambientale – oggi sono diventate imprescindibili. La collaborazione con Banca Etica nasce peraltro dalla condivisione di un comune orizzonte di valori, messi in pratica attraverso tali scelte aziendali».

Le macchine di Komposta guardano così al futuro del Pianeta in modo innovativo, tant’è che si possono gestire da remoto tramite app, monitorando il processo di compostaggio e i valori di CO2, metano e umidità all’interno della macchina. E mentre, complici i bandi del PNRR, il trend degli ordini è stimato in rapida crescita – una compostatrice è stata già installata in una scuola alberghiera di Foggia -, l’azienda ci informa che l’output generato dal trattamento dei rifiuti organici, oltre che veder ridotto il proprio volume iniziale del 90% ed essere impiegabile come fertilizzante, potrebbe venire in parte rivenduto a ditte specializzate nel commercio di ammendanti, dando inoltre accesso alle misure di riduzione della tassa sui rifiuti nei comuni dove questa misura sia stata introdotta per chi fa compostaggio. In tal caso ottenendo un vantaggio ulteriore di tipo economico.

Photo Credits: Komposta