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La Bari effervescente si incontra in officina degli esordi

In collaborazione con Corrado Fontana, giornalista di Valori.it

«C’è una cooperativa editoriale, una società di cinema, una cooperativa di servizi, una società di software, un festival musicale, alcuni liberi professionisti. Poi c’è una libreria dedicata ai fumetti, all’animazione, al linguaggio visivo. Oltre che all’editoria per i bambini. C’è un area eventi in cui facciamo congressi e convegni ma anche concerti e rappresentazioni teatrali. C’è una scuola di cinema e fotografia, già al secondo anno, e proponiamo corsi per doppiatori – in collaborazione con un’associazione di Roma – e di fumetto. Ospitiamo il Punto luce di Save the Children per fare il doposcuola ai bambini del quartiere Libertà. Perché la struttura si trova a cavallo tra il centro e una zona periferica, che è appunto il quartiere Libertà. Molto popoloso, con una grande concentrazione di giovani, una buona egemonia della malavita e una forte caratterizzazione di popolazione di migranti. Per cui un quartiere abbastanza effervescente».

Nelle parole di Vincenzo Bellini di Bass Culture un’idea delle mille anime contenute dall’Officina degli esordi (o semplicemente “Ode”) di Bari, luogo ricco di opportunità formative, culturali e d’intrattenimento. E – aspetto da non trascurare – nato dall’iniziativa dell’ente pubblico, essendo una struttura di proprietà del comune, ristrutturata grazie a un’azione regionale e trasformata in uno dei circa 160 laboratori urbani della Puglia. Così Ode comprende, oltre a quanto detto sopra, una sala per le esposizioni, l’immancabile bar, un ristorante, quattro sale prove, uno studio di registrazione e un fablab, con stampanti 3D per dedicarsi alla fabbricazione (making) sia manuale che tecnologica. Ode apre le porte agli eventi del commercio equo e solidale, ha attivato uno sportello per migranti e quest’anno ospita ArtLab, con incontri sull’accesso al credito. In breve, costituisce una sorta di avanguardia «in una città che sta riprogrammando i propri spazi». Di più. Perché, in un meridione spesso bistrattato e disastrato, mostra un ecosistema creativo in cui le realtà presenti sviluppano un’economia interna virtuosa, scambiandosi competenze, relazioni e servizi in modo naturale.

Attualmente Ode è gestita – per un “secondo mandato” – da Bass Culture, agenzia specializzata nella promozione di concerti, perché «Da operatori culturali – prosegue Bellini – ci sembrava opportuno essere visibili anche con un’azione dirompente sulla città, visto che le nostre attività sono perlopiù notturne e concentrate sulla musica». E però, da quando la fase di startup è terminata, e con essa i contributi pubblici, il laboratorio, che si sostiene principalmente tramite gli affitti e le iniziative, beneficia molto della collaborazione strategica di Banca Etica.

«Un rapporto fondamentale – conclude Bellini – nella costruzione di anticipazioni bancarie che vanno al di là del classico fido o anticipo di cassa, fatture o progetti per gli enti. […] Questo è qualcosa di cui non dispongono tanti miei colleghi, e ci permette di essere più competitivi come azienda, e di avere artisti di maggior calibro. […] Banca Etica è una banca diversa, della quale ci si può fidare ad occhi chiusi. E visto il nostro patrimonio immateriale, e che abbiamo una scarsa capitalizzazione, uno dei dati essenziali per la nostra attività sono le fideiussioni. Se con le banche commerciali per ogni euro che ci concedono dobbiamo firmare come cda una garanzia per un valore di 10 volte superiore, con Banca Etica da un lato possiamo accedere al fondo di garanzia di Mediocredito, dall’altra per ogni euro ricevuto in prestito abbiamo firmato fideiussioni solo per il 20% non coperto da mediocredito. Quindi per un quinto di ogni euro suddiviso tra tutto il capitale sociale, con una differenza tra 20 centesimi e 10 euro… Certo, le fideiussioni non hanno una ricaduta economica diretta e immediata, perché per farle scattare devi andare tecnicamente in fallimento, ma quello che conta è il principio».