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Etica e cooperativa

La dimora c’è, in piazza grande

A cura di Corrado Fontana, giornalista di Valori.it

«I laboratori di comunità sono rivolti a tutti coloro vivono in una certa zona, invitando in particolar modo le persone senza dimora. Per noi è fondamentale promuovere questo incontro tra individui al di fuori di una distinzione di ruolo sociale. Perché altrimenti si rischia di cristallizzare la relazione tra chi aiuta e chi è aiutato, tra chi ha bisogno e chi no. Bisogna invece creare degli spazi dove ci si incontra con altri vestiti sociali». Parla così Carlo Salmaso, presidente della cooperativa sociale Piazza Grande di Bologna, che da oltre vent’anni opera nella lotta alla povertà e all’emarginazione, promuovendo percorsi di reinserimento sociale e lavorativo delle persone senza dimora. E Salmaso prosegue: «Durante la pandemia i laboratori sociali sono stati un luogo dove gli anziani delle case popolari hanno trovato – anche tra i senza dimora – persone giovani e con competenze che li hanno aiutati a fare lo Spid, ad esempio. Spazi di aiuto reciproco dove si svolgono diverse attività, dal teatro allo yoga alla lezione di inglese. Per cui la differenza non è più tra chi è con dimora e chi è senza, ma tra chi parla inglese e chi non lo parla. È importante superare il fatto che le persone con e senza dimora si vedano l’un l’altro esclusivamente per questa caratteristica»

Inserimento lavorativo – imparare ad aggiustare biciclette

E così, dal racconto di una delle iniziative messe in campo nei mesi scorsi, traspare lo spirito che impronta le strategie di questa organizzazione ormai consolidata nel panorama della città metropolitana, che lavora con imprese come la multiutility Hera e con Leroy Merlin. Nata dall’idea di alcuni appartenenti al sindacato Cgil come un giornale di strada, realizzato dalle persone senza dimora e ispirato all’esperienza del «Big Issue» di Londra, Piazza Grande è diventata nel tempo assai più di questo. Oggi è sia una associazione (Amici di Piazza Grande Onlus) sia una cooperativa popolata di professioniste e professionisti (assistenti sociali, psicologi, educatori…) con un centinaio di dipendenti (il 30% da condizione di svantaggio secondo la legge 381), tra cui anche diverse persone senza dimora. L’associazione segue la parte di volontariato mentre la cooperativa (A + B) si dedica a sviluppare servizi socio-educativi e progetti d’inserimento lavorativo. Attenta ai temi dell’economia circolare, Piazza Grande gestisce un Mercato che recupera mobili coi quali arreda gli appartamenti destinati alle persone in difficoltà, e rivende i restanti; combatte la cultura dello scarto anche con la Leonarda, spazio di recupero, riciclo e vendita di abiti vintage e libri riciclati. Ma non solo. Gestisce un centinaio di appartamenti. Una parte di questi serve all’accoglienza di richiedenti asilo e a famiglie in transizione abitativa, magari in attesa di una casa popolare, mentre la maggior parte delle abitazioni viene inserita nel programma Housing first – Prima la casa, dove le persone senza dimora ricevono un alloggio e vengono accompagnate in un percorso. «La casa è uno strumento per far stare meglio le persone e permettergli di acquisire le capacità di cittadinanza, di essere in grado di contribuire alla convivenza civile, al benessere collettivo. Queste persone che entrano in casa – spiega Salmaso – firmano con noi un patto abitativo che prevede tre regole: il rispetto delle norme di civile convivenza; la disponibilità per una visita domiciliare periodica; l’impegno a pagare un contributo. Il modello è sempre quello dello scambio. L’aspetto più difficile è quello di dare credito alle persone senza dimora».

Il Mercato di Piazza Grande 

Un credito che da diversi anni Piazza Grande riceve collaborando con Banca Etica, la quale, conclude Salmaso, «Per chi ha una sensibilità a costruire una società nel complesso migliore, è un riferimento. Anche perché là dove altre banche fanno fatica a comprendere i nostri indici di bilancio, non improntati alla redditività, al ritorno dell’investimento, con loro è invece sempre molto facile il dialogo. Banca Etica è come la ricerca di base: è fondamentale per attivare tutta un’altra serie di progetti». Parole che testimoniano una sintonia, confermata pienamente da Fabio Faina, responsabile della filiale felsinea: «Piazza Grande – afferma – è una delle più belle, autentiche e motivate esperienze di cooperazione sociale del territorio bolognese. Siamo molto orgogliosi che sia socia di Banca Etica e di contribuire, con la nostra attività finanziaria, alla realizzazione della sua mission».  

Foto di Luca Gallo