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Etica e cooperativa

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L’IMPRESA AD IMPATTO SOCIALE NELLO SCENERAIO DELLA PANDEMIA

In collaborazione con l’Associazione Isnet

L’ indagine 2020 dell’Osservatorio Isnet ha analizzato situazione  delle imprese a vocazione sociale dopo la crisi pandemica, osservando  (a partire dai dati di un “panel” di 500 realtà) la loro capacità di risposta all’emergenza sanitaria, economica e sociale le ricadute sull’andamento economico e occupazionale e sulla propensione all’innovazione e al cambiamento.

I dati mostrano come, nonostante le tante difficoltà, le imprese a impatto sociale abbiano dimostrato una buona capacità di resilienza e adattamento alle mutate condizione dei mercati: quasi il 70% delle imprese ha infatti continuato ad esercitare la propria attività principale anche dopo il primo lockdown di marzo.

Grafico 1 – Proseguimento di almeno una delle attività in conformità ad uno o più codici Ateco previsti dal DPCM del 23/3/2020. Fonte Osservatorio Isnet XIV edizione – Panel 400 imprese sociali

Nel confronto pre e post Covid, si è ridotto ad un +0,3% l’incremento previsto (+4,2%) di posti di lavoro. Ma la tenuta dell’occupazione c’è stata, seppure variabile a seconda del settore di attività. Con un vantaggio per le realtà che si occupano di servizi alla persona e sanità rispetto a quelle del commercio al dettaglio e della manifattura. E L’occupazione ha tenuto nel 2020 malgrado l’inevitabile e previsto calo delle entrate: -9,1% di volume rispetto alle previsioni di raggiungere un +5,7% senza pandemia.

Grafico 2 – Andamento occupazionale serie storica. Fonte Osservatorio Isnet XIV edizione – Panel 400 imprese sociali

Grafico 3 – Andamento del volume delle entrate serie storica. Fonte Osservatorio Isnet XIV edizione – Panel 400 imprese sociali

 

Ancora una volta, come già rilevato nelle precedenti edizioni, l’Osservatorio conferma il posizionamento dell’impresa a impatto sociale come impresa vocata alla valorizzazione del lavoro, verificando la relazione, non scontata, tra andamento economico e occupazionale: se il fatturato diminuisce la decrescita dell’occupazione c’è ma è sempre molto contenuta; se il fatturato aumenta crescono in modo importante gli indici occupazionali.

Interpellate sulle iniziative di innovazione adottate durante il lockdown, solo il 52,2% delle imprese ha dichiarato di aver investito negli ambiti considerati dall’indagine – nuovi prodotti, nuove tipologie di clienti, nuove aree mercato, revisione processi e organizzazione, ecc. – mentre lo scorso anno era l’86,2%. Il motivo principale di questo calo è dato dall’urgenza di affrontare i problemi e le difficoltà quotidiane date dall’emergenza, differendo la pianificazione di medio e lungo termine. L’insufficiente liquidità finanziaria (48,0%) e l’eccesso di burocrazia (49,6%), sono tra i principali limiti/difficoltà nell’affrontare l’effetto Covid-19 da febbraio ad oggi.  Nonostante la diminuzione degli indici di innovazione per lo sviluppo a medio e lungo termine, da febbraio 2020 le imprese hanno però attivato processi comunitari: valorizzazione delle risorse locali (66,8%), contributo a reti territoriali per affrontare l’emergenza (72,6%), collaborazioni con la pubblica amministrazione (78%), coinvolgimento degli abitanti della comunità con ideali comuni (56,5%), offerta di servizi mancanti alla comunità (76,1%), risposta a bisogni specifici della popolazione (79,1%), contributo alla ricostruzione e al rafforzamento del tessuto della comunità (77,3%).

Si è assistito a un rafforzamento dei legami comunitari: molte imprese sociali sono scese in campo adattando prodotti e servizi e rivedendo processi di gestione, coinvolgendo attori e reti territoriali. E’ il caso ad esempio, delle svariate iniziative di riconversione dei reparti produttivi nella realizzazione di mascherine ad impatto sociale ed ambientale, o dell’attivazione di spazi di animazione dedicati ai nuovi bisogni dettati dal lockdown e servizi di supporto psicologico per tutta la popolazione;  ancora, diffusissime in tutta Italia, le iniziative di consegna a domicilio di farmaci, di pasti e generi alimentari Le imprese hanno spesso collaborato  con altri  attori del territorio:  dalle altre organizzazioni di privato sociale, alle imprese for profit, alle istituzioni e ai cittadini.

Per meglio comprendere il rapporto tra propensione all’attivazione di reti, innovazione e tenuta del lavoro, è interessante evidenziare il confronto tra la porzione di campione che ha risposto positivamente su tutti gli item considerati (le 7 variabili presentate piu sopra – grafico 4 – indicate dal 55,5% del Panel) e la porzione con almeno una delle sette variabili indicata come “aspetto che non ci riguarda”(pari al restante 44,5% del campione).  Le imprese sociali del primo gruppo risultano meglio performanti sia sul versante del lavoro che della propensione all’innovazione: il 24% delle “imprese sociali attivatrici” hanno infatti migliorato nell’ultimo semestre i prodotti e servizi contro il 15,7% delle imprese “non attivatrici” (+8,3%); hanno migliorato i processi e l’organizzazione interna una su due delle imprese del primo gruppo contro il 33% del secondo (+17%); dichiarano personale in aumento il 15,8% del primo gruppo contro il 12,9% del secondo (+2,9%).

La finanza etica svolge un importante ruolo di supporto ai processi di innovazione sociale:

  • Nel 2020, le organizzazioni che hanno ottenuto finanziamenti da Banca Etica hanno inserito al lavoro oltre 1.000 persone svantaggiate e assistito 33.000 persone. Leggi di più nel Report di Impatto.
  • La Banca sostiene la capitalizzazione delle imprese sia cooperative (prestito personale di capitalizzazione per i soci) che delle società di capitali (raccolta di capitale di rischio tramite le piattaforme di equity crowdfunding Starsup ed Ecomill)
  • Per incrementare le risorse finanziarie da destinare a progetti di innovazione sociale, i clienti di Banca Etica possono scegliere in questi giorni un Prestito Obbligazionario Ordinario per finanziare così cooperative sociali impegnate nell’economia della cura e dell’inclusione sociale.
  • Fine luglio il bando “Innovare in Rete”, per accompagnare startup, spin-off, PMI ed Enti del Terzo Settore che abbiano già incubato o sviluppato iniziative sui temi di ambiente, mobilità ed efficienza energetica; welfare, salute e qualità della vita o economia circolare.
  • Il Gruppo Banca Etica sostiene imprese innovative anche grazie a percorsi di impact investing realizzati dalla SICAF AImpact.

Foto di Jess Bailey