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Risorse Riciclate: Il Ruolo di ME.CO.FER nel Recupero Sostenibile di Rifiuti Ferrosi e Metallici dalla Raccolta Differenziata

Risorse Riciclate: Il Ruolo di ME.CO.FER nel Recupero Sostenibile di Rifiuti Ferrosi e Metallici dalla Raccolta Differenziata

Risorse Riciclate: Il Ruolo di ME.CO.FER nel Recupero Sostenibile di Rifiuti Ferrosi e Metallici dalla Raccolta Differenziata

Tra le Città Invisibili di Calvino figura Leonia, la città che «rifà se stessa tutti i giorni» mentre i resti della Leonia di ieri si accatastano sui marciapiedi, in attesa del «carro dello spazzaturaio». Tale è la quantità di rifiuti prodotti che c’è da chiedersi se la vera passione della città sia davvero godere delle cose o, piuttosto, espellere i suoi rifiuti, allontanandosi da sé. Il compito degli spazzaturai, ci dice Calvino, di «rimuovere i resti dell’esistenza di ieri» è visto con estremo rispetto perché «una volta buttata via la roba nessuno vuole più averci da pensare. Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede».

Poco più di cinquant’anni ci separano dalla pubblicazione di quel testo, e per fortuna molto è cambiato. I rifiuti prodotti dalle nostre città sono ritenuti sempre meno scarti e sempre di più risorse, a partire dalle quali – e non dal cui rifiuto – è possibile rifare le nostre città. Possibilità che è offerta da esperienze virtuose che ogni giorno nascono sotto il segno dell’economia circolare, ma c’è chi aveva abbracciato questa strada già in tempi “non sospetti”.

Nel 2005 ad Agugliano, in provincia di Ancona, nasce ufficialmente ME.CO.FER, società che si occupa del recupero di rifiuti di ferro e metallo provenienti dalla raccolta differenziata. L’azienda è guidata da Alessandro Bruschi, e da sua moglie Roberta Rocchetti e si inserisce nel solco di una tradizione ben radicata nella famiglia di Alessandro. «Il nonno di mio marito – racconta Roberta – nel dopoguerra aveva iniziato un’attività di recupero del ferro. Quella piccola attività è diventata impresa di famiglia». Ricchi di idee innovative, insieme hanno deciso di investire su loro stessi e provare a fare il grande passo. Hanno iniziato come ufficio commerciale che si occupava di intermediazione di rifiuti, mediando l’acquisto tra fornitori e clienti, ma poi hanno deciso di andare oltre: hanno preso un capannone e, procuratesi tutte le autorizzazioni necessarie, hanno cominciato a occuparsi del recupero di rifiuti ferrosi e metallici. «Nel corso degli anni ci siamo voluti contraddistinguere nel settore andando a recuperare un materiale che in Italia in pochi lavorano in quanto di difficile gestione: gli imballaggi metallici».

Poi la decisione di investire sulla realizzazione di impianti specifici per il trattamento di questa tipologia di rifiuto costituito in gran parte da barattoli di ferro provenienti da raccolta differenziata quali scatolette del tonno, della passata del pomodoro, lattine di alluminio ecc… Clienti di ME.CO.FER. sono le municipalizzate e le aziende che si occupano di selezione dei rifiuti multimateriale, che separano quanto conferito nella raccolta differenziata.  Dopo la separazione, ME.CO.FER. acquista quanto selezionato e lo tratta con i propri macchinari: un impianto per la triturazione, un mulino a martelli e un impianto per la selezione con tamburo magnetico. «Il tamburo magnetico – spiega Roberta – serve a separare la parte ferrosa triturata da quella mista costituita da etichette, residui di sacchetti, plastica e metallo; il materiale selezionato viene conferito poi in acciaieria per la produzione di beni nuovi; la restante parte del rifiuto misto viene nuovamente trattata mediante un impianto a correnti indotte che riconosce i metalli dal restante rifiuto. Metalli triturati costituiti principalmente da lattine di alluminio, parti di padelle, di caffettiere, ecc che vengono, dopo un’accurata selezione, conferiti in fonderia. Lo scorso anno, grazie a Banca Etica, abbiamo potuto investire in un trituratore mobile altamente tecnologico e in un caricatore semovente».

Il cuore di questo lavoro è tutto nelle macchine utilizzate, si è trattato di investimenti importanti, sostenuti dalla banca e per i quali ME.CO.FER. ha potuto fare il salto di qualità auspicato.

«Abbiamo scelto – racconta Roberta – macchine 4.0, interconnesse con il sistema di gestione aziendale. Gli investimenti che abbiamo sostenuto non solo hanno migliorato la produttività ma ci consentono di monitorare costantemente i principali processi aziendali, quali le fasi di carico e scarico del materiale, il controllo della fase di triturazione ed il controllo della fase di selezione meccanica dei rifiuti. Informazioni utili al fine di ottimizzare sempre di più il processo produttivo».

La relazione con la banca nasce nel 2016 e Roberta esprime profondo entusiasmo: «A noi piace l’idea di avere un rapporto di fiducia con la nostra banca, il personale è molto gentile e disponibile ed è sempre attento alle esigenze della nostra azienda. Abbiamo esposto, all’interno del nostro ufficio una stampa che la Filiale di Ancona ci ha donato per far si che i nostri fornitori e clienti possano conoscere con quale istituto collaboriamo, un modo carino anche per fare un po’ di pubblicità.»

Come ha spiegato Riccardo Dolci, referente Banca Etica per il progetto, l’entusiasmo è ricambiato: «Il settore del recupero materiale, se fatto rispettando tutte le norme come in questo caso, è ben visto dalla banca. Io seguo la parte tecnica di questo rapporto, ma posso dire che quando vado a lavorare passo ogni giorno davanti al loro immobile e noto con piacere un livello di ordine e pulizia che sembra anomalo visto il tipo di attività di cui si occupano. Sono persone attente, disponibili al confronto, all’attenzione e all’ascolto di quanto loro proposto».