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TECNOLOGIA E SICUREZZA, PER FARE BENE

In collaborazione con Corrado Fontana, giornalista di Valori.it

Anche dietro la più raffinata e fredda tecnologia, dietro un’impresa da 1,3 milioni di euro l’anno di fatturato, si può nascondere un’anima, un approccio al business che supera la mera dimensione produttiva e finanziaria. Questo emerge parlando con Vincenzo La Fragola, ingegnere, tra i fondatori di Radiomotive: «Oggi in azienda siamo in sei: è arrivato un altro tecnico e una responsabile commerciale di recente. Stiamo anche per assumere una persona in più per le pulizie, cercando in qualche misura di restituire il bene che abbiamo ricevuto, un aspetto che io ritengo fondamentale e che ritorna nel payoff che si trova sotto il nostro logo, “L’intelligenza del bene”, in cui abbiamo ripreso un brano di una preghiera di San Colombano. Questo bene è qualcosa che bisogna scambiarsi e vivere ogni giorno. Anche se si fa un po’ di fatica».

Una fatica sperimentata sicuramente durante la gestazione dell’impresa, passando per una fase di concepimento e sviluppo nell’incubatore Como Next, grazie al quale Radiomotive è nata nel 2017, ricollocando persone di alta professionalità costrette a rigenerarsi dopo l’esperienza in un’azienda finita in grandi difficoltà finanziarie. Tre ingegneri che hanno dato vita a questa startup innovativa ad alto tasso tecnologico con sede a Fino Mornasco (Co), diventata pienamente operativa a gennaio dell’anno successivo.

Radiomotive ha infatti avuto bisogno di trovare gli ingenti capitali necessari a realizzare il laboratorio scientifico che è il fulcro della società e richiede macchinari d’avanguardia e costosi, come, ad esempio, una camera anecoica, che permette di svolgere alcune misure creando un ambiente libero da radiofrequenza, dove si possano rilevare solo i disturbi che provengono dal prodotto sotto test. Oggi Radiomotive fornisce infatti servizi di certificazione per il marchio di conformità CE, testando i prodotti in corso di produzione o da commercializzare: ognuno di essi, come pure le apparecchiature elettriche, prima di essere immessi sul mercato, deve soddisfare dei requisiti di sicurezza e di compatibilità, essere conforme alle normative inserite nelle direttive europee e diventate leggi nei singoli Paesi. Radiomotive compie perciò le prove fondamentali per stabilirlo scientificamente, e inoltre offre accompagnamento legale e documentale, trattando particolarmente i dispositivi che dispongono di un sistema di comunicazione radio (internet of things), anche per valutarne la penetrabilità o meno dall’esterno.

Cresciuta rapidamente, l’azienda opera anche per committenti di grosse dimensioni come l’ente di certificazione americano UL o produttori di contatori del gas come BTicino, svolgendo un’attività decisamente complessa. E per partire il rapporto con Banca Etica è stato «vitale», sottolinea La Fragola, «…come molti nostri clienti e fornitori che ci sono stati vicino, anticipando quando possibile i pagamenti, oppure pazientando».
Tanto che l’ingegnere così conclude: «Sono arrivato a Banca Etica dopo aver sperimentato un rapporto sterile con un’altra grande banca commerciale. Banca Etica ci ha ascoltato, forti anche del fatto che, come startup innovativa hitech, potevamo avvalerci del fondo di garanzia pubblico. La persona che seguiva i fidi ci ha accompagnato e guidato nel rendere il business plan più completo ed esaustivo e l’istituto ci ha dato fiducia. Io non ho mai avuto grandi rapporti con le banche, perché il mondo finanziario mi sembra sempre più che abbia un approccio interessato, che abbia perso la sua natura di creare le condizioni per favorire lo sviluppo. Ma in banca Etica ho trovato qualcosa di diverso. Sempre banca è, con le sue regole, ma ho trovato una disponibilità ad aiutarti. La quota che chiedevamo era notevole, e ci siamo accorti che altrove, se non hai le garanzie, non ti ascolta nessuno. Banca Etica ci ha seguito, anche se abbiamo avuto bisogno di cominciare in tempi brevi perché eravamo senza stipendio».