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Finanza etica

Informazione e formazione critica sulla finanza

Finanza etica

Cos’è la finanza etica e perché è ben più che sostenibile?

Cos’è la finanza etica e perché è ben più che sostenibile?

Secondo uno studio che risale al 2017, la somma delle attività di finanza etica e sostenibile in Europa ammontava all’epoca a 715 miliardi di euro, per un totale che valeva quasi il 5% del prodotto interno lordo totale dell’Unione europea. Una cifra che, tuttavia, non mette in luce le differenze chiare e profonde che esistono tra ciò che si definisce “finanza etica” e ciò che rientra nella cosiddetta “finanza sostenibile”.

La finanza etica: origine, principi e finalità

Teoria e movimenti per la finanza etica traggono origine dall’evoluzione delle forme di finanza mutualistica, cooperativa, solidaristica nate e diffuse nelle economie avanzate per favorire l’inclusione finanziaria e l’accesso al credito delle categorie sociali più fragili. La finanza etica, che per statuto e per missione conforma attività, prodotti e servizi di Banca Etica, rifiuta l’approccio speculativo della finanza convenzionale, promuove l’educazione finanziaria e l’uso consapevole del denaro, ha come principale finalità il benessere collettivo, nel rispetto e nella promozione dei diritti delle persone e della tutela dell’ecosistema.

Tali principi sono espressi nel Manifesto della finanza etica del 1998, secondo cui

La finanza eticamente orientata:

  1. Ritiene che il credito, in tutte le sue forme, sia un diritto umano
  2. Considera l’efficienza una componente della responsabilità etica
  3. Non ritiene legittimo l’arricchimento basato sul solo possesso e scambio di denaro
  4. E’ trasparente
  5. Prevede la partecipazione alle scelte importanti dell’impresa non solo da parte dei soci
  6. Ha come criteri di riferimento per gli impieghi la responsabilità sociale e ambientale
  7. Richiede un’adesione globale e coerente da parte del gestore che ne orienta tutta
    l’attività

Per affermare i propri valori e perseguire i propri scopi, la finanza etica prevede rigorosi criteri di esclusione che non permettono di finanziare compagnie e pratiche dannose per le persone e per l’ambiente.

1. Chi/cosa promuove la finanza etica

In particolare, la finanza etica sostiene progetti che riguardano:

  • welfare;
  • efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili;
  • gestione dei rifiuti, riciclo delle materie prime, produzioni eco-compatibili;
  • produzione e commercializzazione di prodotti biologici;
  • cooperazione internazionale allo sviluppo, microfinanza internazionale;
  • animazione socio-culturale, educazione, cultura, sport
  • commercio equo e solidale
  • organizzazioni che gestiscono beni confiscati alla mafia;
  • imprese sociali.

2. Chi/cosa rifiuta di sostenere la finanza etica

La finanza etica non finanzia, invece:

  • produzione e commercializzazione di armi; 
  • progetti con evidente impatto negativo sull’ambiente;
  • attività che violano i diritti umani, sfruttano il lavoro minorile o non rispettano i diritti dei lavoratori;
  • allevamenti animali intensivi che non rispettano gli standard della certificazione biologica;
  • attività che provocano esclusione/emarginazione;
  • attività di ricerca scientifica che conducono su animali e soggetti deboli o non tutelati;
  • mercificazione del sesso;
  • gioco d’azzardo.

Finanza etica e finanza sostenibile a confronto

Il 10 marzo 2021 è entrato in vigore il primo regolamento europeo (Regolamento (Ue) 2019/2088) adottato nell’ambito dell’ambizioso Piano d’azione per la finanza sostenibile, che mira a introdurre una definizione condivisa del termine “sostenibilità” per gli investimenti finanziari e a disporre una serie di obblighi di trasparenza nei confronti degli operatori che li gestiscono. A partire da questi documenti, e poi dalla Tassonomia green approvata dall’europarlamento, le cui contraddizioni sono state già evidenziate e spesso associate all’accusa di consentire una sorta di greenwashing istituzionale, si affermano le differenze tra finanza etica e “finanza sostenibile” per cui quest’ultima adotta maglie generalmente più larghe per includere o escludere i soggetti meritevoli di investimento.

1. Gli obiettivi di fondo

Nella finanza sostenibile restano preponderanti la massimizzazione del profitto e il valore delle azioni e dei dividendi, cercando di non nuocere troppo all’ambiente.  L’approccio della finanza etica è antitetico: la realizzazione di utili economici è perseguita, ma è funzionale all’obiettivo di massimizzare i benefici per le persone, le comunità e il pianeta.

2. Il sostegno all’economia reale

La normativa Ue non impedisce agli intermediari finanziari cosiddetti sostenibili di continuare a fare un uso spregiudicato di strumenti speculativi e dei paradisi fiscali; non è previsto alcun limite a pratiche che generano bolle e instabilità, all’uso dei derivati come pure scommesse speculative e al trading ad alta frequenza.
Ricordate la bolla dei mutui subprime che ha innescato la terribile crisi finanziaria del 2008? Potrebbe replicarsi anche con le nuove norme sulla finanza sostenibile, mentre non potrebbe verificarsi se, per ipotesi, tutti operassero secondo i criteri della finanza etica.

3.  L’approccio sistemico

La normativa Ue si limita a “certificare” alcuni prodotti finanziari come sostenibili senza valutare l’operato complessivo degli intermediari che li collocano. Un intermediario può mettere a scaffale prodotti “green” mantenendo accanto prodotti che investono su fonti fossili, armi, etc. Al contrario nel mondo della finanza etica la valutazione degli impatti sociali e ambientali è al centro di tutti i prodotti finanziari proposti e di tutte le pratiche aziendali.

4. Il modello di governance

La normativa europea non impedisce che a definirsi sostenibili siano intermediari finanziari “opachi” e gestiti con sistemi di “scatole cinesi”. Trasparenza e partecipazione sono invece valori che permeano la governance degli operatori di finanza etica ad ogni livello.

5. Il peso dei parametri ESG

Nell’approccio dell’Ue, la sostenibilità è definita quasi esclusivamente guardando alla componente ambientale, in particolare alla riduzione delle emissioni di CO2. Per la finanza etica, invece, interi settori economici devono necessariamente essere esclusi dagli investimenti (armi, fonti fossili, pornografia, etc). Nell’approccio della finanza etica viene preso in considerazione ogni aspetto ambientale, sociale e di governance nella tradizionale analisi ESG (un acronimo che sta per environmental, social and governance e che indica una serie di criteri utilizzati per misurare la sostenibilità degli investimenti).
Basandosi sul primo approccio, potremmo considerare “sostenibili” investimenti in centrali a gas o in centrali idroelettriche realizzate costruendo dighe che devastano l’ambiente e mettono in pericolo le comunità che vivono in quei territori: per la finanza etica, invece, questi investimenti sono inaccettabili. Così come sono inaccettabili gli investimenti nelle Big Tech perché queste ultime, pur giudicate neutre sul piano delle emissioni di CO2,  non sono trasparenti sul piano fiscale.

6. L’advocacy

Mentre la finanza speculativa investe moltissimo in lobby sulle istituzioni per perseguire i suoi obiettivi, arrivando persino a chiedere di includere il nucleare o alcuni investimenti nei combustibili fossili tra le attività da considerare come “sostenibili”, la finanza etica si concentra più sull’attività di sensibilizzazione dal basso delle persone e delle comunità per rendere comprensibili gli impatti negativi di una finanza tutta orientata alla massimizzazione dei profitti nel brevissimo periodo. È inoltre in prima fila per chiedere una tassa sulle transazioni finanziarie; la separazione tra banche commerciali e banche d’investimento; un serio contrasto ai paradisi fiscali; un limite all’uso dei derivati etc

7. Coinvolgimento e trasformazione sociale

La finanza tradizionale – anche quando si dice sostenibile – tende a cercare solo i rendimenti nelle società in cui investe. La finanza etica cerca il dialogo con le imprese su cui investe per stimolarle a migliorare sempre le proprie performance sociali e ambientali e contribuire, così, a produrre un’autentica trasformazione sociale.

Come sostiene la Presidente di Banca Etica, Anna Fasano: “La finanza etica aspira a un concetto di giustizia sociale e inclusione che va ben oltre la proposta dell’Ue. Termini come profitto, speculazione, governance, impatto, incidenza, costruzione della cittadinanza acquisiscono un significato completamente diverso e configurano uno spazio coerente che non si limita a un’aggregazione di iniziative concrete, ma piuttosto ad una proposta completa sul modo in cui l’intermediazione finanziaria dovrebbe operare per generare giustizia sociale e bene comune”.

Per tutti questi motivi la finanza etica è considerata “molto più che sostenibile”, ed è praticata in Europa dalle banche partecipanti a due grandi network, ovvero FEBEA (Federazione europea delle banche etiche e alternative) e GABV (Alleanza globale delle banche fondate su valori, o anche “banche valoriali”).

Banca Etica, unico modello italiano di finanza etica

Tra le banche valoriali, Banca Etica è la prima e tutt’ora unica banca italiana interamente dedita alla finanza etica, opera da 23 anni su tutto il territorio nazionale attraverso una rete di filiali, consulenti di finanza etica e grazie ai servizi di home e mobile banking. Banca Etica raccoglie il risparmio di organizzazioni e cittadini responsabili e lo utilizza interamente per finanziare progetti finalizzati al benessere collettivo.

Banca Etica in cifre - company profile luglio 2022
Banca Etica in cifre – company profile luglio 2022

Oggi Banca Etica conta oltre 46 mila soci e 82 milioni di capitale sociale; una raccolta di risparmio di oltre 2 miliardi di euro e finanziamenti per oltre un miliardo a favore di iniziative di organizzazioni, famiglie e imprese nei settori della cooperazione e innovazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e qualità della vita, tutela dell’ambiente, turismo responsabile, agricoltura biologica, diritto alla casa, legalità. Banca etica aderisce ai principali network internazionali della finanza etica: Global Alliance for Banking on Values (GABV) e Federazione Europea delle Banche Etiche e Alternative (Febea).