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VILLA SAN PIO X A CAREZZA, UN PATRIMONIO DA NON DISPERDERE

In collaborazione con Corrado Fontana, giornalista di Valori.it

Talvolta, per avviare un progetto che richiede investimenti cospicui, non sono le previsioni sugli utili o le potenziali curve di crescita a contare, ma semplicemente lo spirito di comunità. Uno spirito così forte che per la casa vacanze Villa San Pio X di Carezza (Bz) si è trasformato in qualcosa di molto concreto. E a dimostrarlo sono le parole di Michela Toffanin, tra le principali fautrici dell’iniziativa: «A giugno 2017 abbiamo inviato una e-mail in cui avvisavamo che la villa sarebbe stata messa in  vendita, e in una ventina di giorni abbiamo ricevuto promesse di un sostegno all’acquisto per 200mila euro. Questo ci ha fatto capire che non eravamo soli. Adesso siamo 36 soci, perlopiù di Padova, ma anche da Genova, Brescia, Milano, Bologna, Ravenna, Vicenza».

La storia è quella della casa per ferie – per essere precisi – Villa San Pio X, e affonda le radici negli anni ’50, quando i padri Gesuiti cominciano a portare in questa località del Trentino Alto Adige i ragazzi alla scoperta della montagna. Montagna come luogo di esperienza di valori («…condivisione, fede, rispetto, libertà, fatica, amicizia…»), in una struttura dove, da allora, si sono avvicendate generazioni e famiglie. Giovani poi diventati genitori e nonni, che hanno continuato a frequentare la casa, godendosela da ospiti o gestendola direttamente da volontari. Una comunità sempre più ampia, di oltre un migliaio di persone, cresciuta nell’ultimo decennio con percentuali a doppia cifra, in grado di mantenerne l’economia sempre in utile, attraverso una copertura di 6.400 pernottamenti l’anno nelle 20 camere con 45 posti letto a disposizione. La svolta è però avvenuta nel 2017, quando i padri Gesuiti hanno deciso di dismettere la struttura. Una notizia che ha generato prima una forte volontà di non vederne dispersa l’esperienza, poi una società srl capace di rilevarla e continuare l’attività. Esattamente come prima, gestita da volontari e i cui utili saranno reinvestiti interamente nel progetto, nella terra patrimonio naturale Unesco così duramente colpita dal ciclone Vaia, che a novembre 2018 abbatté migliaia di abeti rossi.

Essenziale, per un business plan che ha richiesto un mutuo ipotecario ventennale intorno ai 600mila euro, impiegato sia per acquistare l’immobile che per riqualificarlo dopo un anno di chiusura forzata, è stato l’apporto di Banca Etica. Un contatto stabilito sulla base delle tradizionali verifiche di sostenibilità finanziaria, ma anche intriso di una particolare vicinanza e fiducia: «Si presenta come un’operazione importante – spiega Ippolito Rigoni di Banca Etica –. Trattandosi di una richiesta proveniente da un gruppo di persone che gestiscono la struttura a livello volontario, ha richiesto attenzioni particolari nell’analisi. Ci siamo però accorti sia di quanta forza abbiano queste persone nell’attrarre attorno al progetto un interesse sia quante energie abbiano nella volontà di gestire questa struttura. E così abbiamo voluto dare fiducia a questi aspetti, che ci sono sembrati gli elementi più importanti».
Una fiducia che, stando a come conclude Toffanin, pare avere basi solide, anche in vista della necessaria sostenibilità economica futura: «Il rogito è stato il 22 novembre 2018, abbiamo svolto 2 mesi di lavori intensi di ripristino. Il 5 gennaio è stata diffusa la notizia che la struttura era tornata operativa, e per la settimana che va dal 2 al 9 di marzo 2019 ho già ricevuto 150 richieste. La casa vacanze è infatti già attiva dal 2 gennaio, con una continua alternanza di gruppi e di famiglie».

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