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Vino d’eccellenza dal fresco profumo di libertà

In collaborazione con Corrado Fontana, giornalista di Valori.it«Se riusciamo con questo vino ad entrare in contatto con persone e contesti che non si avvicinano a noi per la loro sensibilità politico-sociale, ma semplicemente perché apprezzano un buon prodotto, questo gli consentirà di conoscerci. E se qualcuno, guardando la nostra etichetta, sarà stimolato ad andare su Internet a scoprire cosa facciamo, e ad approfondire la storia di Peppino Impastato, noi avremo fatto il nostro». Ecco tradotta in poche frasi una porzione del significato più profondo del lavoro portato avanti dal Consorzio Libera Terra Mediterraneo. A pronunciarle è Valentina Fiore, donna e amministratore delegato – accoppiata rara e perciò da sottolineare –, mentre ci racconta con soddisfazione delle ormai pluripremiate bottiglie della cantina Centopassi, coi suoi vigneti nell’Alto Belice Corleonese, principalmente in provincia di Palermo, e in parte tra Agrigento e Trapani.

Vini preziosi non solo per l’eccellenza attestata dai riconoscimenti di settore per la qualità intrinseca dei prodotti (di recente i Tre Bicchieri del «Gambero Rosso»), ma soprattutto perché dimostrano che questo traguardo può essere raggiunto e confermato da un’attività che fa della finalità sociale il suo focus principale e originario. E che questo stesso impegno e i medesimi risultati accomunano il progetto Centopassi – nato ormai 15 anni fa – agli altri frutti di un consorzio che, nell’ambito di Libera Terra e su input dell’associazione Libera guidata da Don Ciotti, sovrintende al riscatto che deriva dai territori confiscati alle mafie. Una conquista che restituisce dignità e, in qualche modo, un risarcimento alle comunità locali attraverso lavoro e legalità, contro le precedenti sopraffazioni del crimine organizzato.

Libera Terra oggi racchiude 9 cooperative sociali e occupa circa 170 persone, che operano in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania per mettere sul mercato quasi cento tipi di produzioni differenti e una vivacissima proposta di regalistica, veicoli di cultura e buone pratiche antimafiose. E il consorzio – fondato nel 2008 e dal fatturato annuale intorno ai 7 milioni di euro – si occupa di una parte del processo produttivo: fornisce consulenza sui piani colturali, offre assistenza contabile, fiscale e del lavoro, svolge funzioni di centrale acquisti, si occupa del marketing e del packaging, delle prove qualità… mentre Banca Etica, negli anni, ha finanziato sia direttamente alcune cooperative che il consorzio.

Reportage e Landscape fotografico Libera Terra – Sicilia Giugno 2017 – Ph © GIORGIO SALVATORI – nella foto vigna di Catarratto a Contrada Giambascio Bassetto, San Cipirello (PA)

In particolare, spiega Fiore, «Banca Etica è un nostro socio sovventore. E questo è stato molto importante per le cooperative, che hanno chiesto un supporto nella fase costitutiva del consorzio e per la sua capitalizzazione. Non utilizziamo tanto i fidi, ma il fatto di poter avere la banca a fianco ci tranquillizza. Inoltre un consigliere di amministrazione del consorzio è indicato dalla banca (attualmente Gabriele Giulietti, ndr) e ci dà un contributo importante in termini di ragionamento, di confronto, di esperienza, di senso, di valore, di principi… che ci aiutano nelle nostre decisioni. Poter attingere alla storia e alle competenze di un mondo così vasto come è quello di Banca Etica è per noi fondamentale».

Una collaborazione apprezzata, insomma, come lo sono, da parte dei consumatori, le materie prime e trasformate che il consorzio distribuisce. Conclude Fiore: «Abbiamo le arance rosse della Piana di Catania gestite dalla cooperativa Beppe Montana, le olive Nocellara del Belice a Castelvetrano, i carciofi della varietà Violetto Brindisino… ogni cooperativa lavora colture omogenee come il grano ma cerca di valorizzare la tipicità dei luoghi, che per noi è un modo di ridare dignità a quelle terre. Offriamo infatti un prodotto con un marchio riconoscibile, che diventa esso stesso un mezzo di comunicazione potentissimo: perché racconta che cosa davvero si può fare». E anche per questo si è sviluppato un fermento culturale nei paesi dove opera il consorzio, consentendo la crescita di altre realtà associative territoriali, energie sane, che il contributo di Libera Terra è riuscita a smuovere, anche quando si dedicano ad altri temi.

Photo by Giorgio Salvatori