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GENERAZIONE COVID: INTERVISTA AGLI AUTORI

Due chiacchiere con Ilaria Potenza e Luigi Lupo, autori di Generazione Covid, un podcast in sette puntate realizzato in partnership con Banca Etica per raccontare le conseguenze della pandemia nella vita dei nati all’interno della rivoluzione digitale e in bilico tra precarietà e sguardo innovativo disponibile su Domani e su Spreaker, Spotify, Apple Podcasts, Google Podcasts e molte altre.

Come è nata la vostra collaborazione?

Il nostro primo incontro è avvenuto nel 2018, in occasione dell’International Journalism Festival di Perugia, un contesto che ha avvicinato i nostri modi di intendere il giornalismo. La pandemia li ha rimessi insieme, dopo qualche giro intorno al mondo nel frattempo. In tutta questa distanza avevamo bisogno degli altri e scommettere sul podcast ci è sembrato inevitabile, visto il suo approccio sincero alle storie delle persone.

Nel frattempo il giornale Domani muoveva i primi passi…

Sì, ci siamo fatti avanti con Domani che ha accolto con fiducia il nostro Generazione Covid. Abbiamo poi continuato a pensare alla squadra con cui condividere il progetto: una scelta importante, perché avevamo bisogno del sostegno di una realtà credibile rispetto alle tematiche da approfondire. Volevamo raccontare le conseguenze della pandemia nella vita dei nati all’interno della rivoluzione digitale, in bilico tra precarietà e sguardo innovativo.

Banca Etica rispondeva in modo coerente alle nostre aspettative. Ci ha creduto proprio quanto noi e ci ha dato spunti di realtà finanziate inerenti alle tematiche che volevamo trattare. Sono stati mesi di confronto da due città lontane, abbiamo accolto voci incredibili nelle nostre camerette che, all’occorrenza, sono diventate studi di registrazione. Le interviste ai millennial e alla Genereazione Z ci hanno spinto virtualmente anche fuori dall’Europa, aiutandoci a capire come si può correre velocissimi, nonostante le difficoltà attuali.

Di cosa parlano le 7 puntate dei podcast?

La prima puntata Il  mio capo è un algoritmo è dedicata ai rider, che lavorano a cottimo tra corse sfrenate e proteste per le tutele. Abbiamo seguito le giornate di Camilla e Omar, raccontando nuove esperienze di consegna solidali. In questa puntata parliamo con Francesco, presidente della cooperativa di riders Defoody e con Alessandro, infermiere di Sole Coop, entrambe realtà finanziate da Banca Etica.
Con l’eurodeputata Alexandra Geese ci siamo confrontati sulla campagna Half of it, il giusto mezzo. 

La seconda Colpo di match esplora, con il contributo di Andrea Signorelli, l’impatto dei social sull’attivismo, l’informazione e le relazioni. Tra le testimonianze, quelle della sex blogger Marvi Santamaria, dell’autrice di “Club Godo” June Pla, e dell’attore di Skam Italia, Pietro Turano. Parliamo anche con Lorenzo Cirino di Scomodo, il giornale studentesco sostenuto da Banca Etica. 

Nel terzo episodio Siamo al verde c’è chi coltiva ciliegie in serra e chi crea vestiti che esistono solo sugli smartphone. Con Diletta Bellotti abbiamo parlato di caporalato, facendo poi un salto nel Maine per incontrare l’artista dei cambiamenti climatici. Dona fa la wedding planner green e le Belle Rotelle sfrecciano per Reggio Emilia in skate. In questo episodio parliamo anche con Stefano della coop A perdifiato e con Elka dell’ecovillaggio Lumen, entrambe realtà finanziate da Banca Etica.

Nel quarto Bella la DAD ma non ci vivrei facciamo il punto sulla scuola. Parliamo di DAD con Marco De Rossi, fondatore millenial di WeSchool, di classi in cui si formano gli “Energy Guardians” e di nuove competenze: coding per le ragazze a Stoccolma, e sviluppo di startup a Lecce con il Prof Daniele Manni. In puntata anche Nicolò Govoni col suo progetto Still I Rise.

Nel quinto episodio Ciao, exPatria! siamo andati in giro per raccontare le esperienze degli expat. E poi due focus: uno sull’Erasmus del nuovo settennato e uno sulla Silicon Valley, un approdo sicuro per chi sfugge al precariato come ci spiegano Anna Wiener del New Yorker e Michele Masneri. Abbiamo parlato anche con Valentina Patetta che dopo anni di studio e lavoro all’estero è tornata in Italia per lavorare in Banca Etica.

La sesta puntata Give me hype è un viaggio nella trap e nelle parole dell’it-pop. Il trapper Vandal Barriera racconta la vita nel quartiere più multietnico di Torino, mentre Patrizio Ruviglioni traccia il percorso che ha portato i cantautori indie dai piccoli club ai grandi palcoscenici. E se Beatrice Cristalli analizza gli slang e i neologismi dei nuovi generi musicali, di cui Populous, Margherita Vicario, Eugenio e Dellacasa Maldive sono protagonisti, Marina Pierri parla di serie tv invitando gli ascoltatori a prendere sul serio queste narrazioni.

Allo stesso modo, nell’ultimo episodio Non stiamo giocando, gli ospiti ricordano che i videogame non sono mero intrattenimento. Si tratta infatti di un settore che sta crescendo dal punto di vista economico e sociale, come ci spiega Emilio Cozzi: nascono nuovi lavori e si moltiplicano le competizioni professionali. In anteprima anche qualche anticipazione su “Game of the year”, uno dei primi documentari sui videogiochi diretto da Alessandro Redaelli. In quessto episodio parliamo anche di Edugamer insieme alla cooperativa Crescere Insieme di Torino, socia di Banca Etica. 

La fiducia nel futuro appartiene a tutti i ragazzi e le ragazze ospiti di “Generazione Covid”…

Sì, tutte i ragazzi e la ragazze che abbiamo intervistato, con intraprendenza, vogliono smentire i pregiudizi dei boomer. Quanto a noi, invece, ci piacerebbe continuare a raccontare chi non si ferma e cavalca il cambiamento con lo strumento che più instaura fiducia tra chi scrive e chi ascolta: il podcast.

Buona fortuna Ilaria e Luigi!