Protagonista è un palazzotto costruito nel 1930 al centro di Reggio Calabria, nei pressi del Castello Aragonese. E passato da patrimonio della criminalità organizzata al sequestro (2012) e poi alla confisca dello Stato (2016), per tornare finalmente a disposizione della cittadinanza come bene comune ed essere animato dalle attività sociali e culturali del progetto Impronte a Sud – Werlfare Lab, coordinato dal Consorzio Macramé. E infine, dall’11 luglio 2022, pronto ad ospitare i nuovi uffici amministrativi di Banca Etica a (trasferiti dalla precedente collocazione in via Santa Lucia al Parco). Questa è la parabola percorsa dall’edificio di via Possidonea 53/A, assegnato nel 2017 dalla città metropolitana di Reggio Calabria al consorzio, il quale – dopo aver partecipato al bando Beni confiscati alle mafie 2019 – ha dato nuova vita all’immobile un tempo di proprietà del defunto “re dei videopoker” calabrese Gioacchino Campolo.

Con il sostegno di Fondazione con il Sud e un partenariato di Fondazione Finanza Etica, insieme a 17 partner tra enti, cooperative, associazioni, università e fondazioni, Macramé inaugura il 22 luglio l’edificio, e nell’occasione interverrà anche Marina Galati, componente del cda di di Banca Etica.

Sarà una festa di rinascita per il bene confiscato e restituito ai cittadini, che da allora ospiterà servizi e accoglienza per famiglie, persone svantaggiate e aziende, offrendo loro una molteplicità di supporti. Lo sportello informativo e di orientamento alla formazione al lavoro; servizi e attività a sostegno di organizzazioni e imprese indirizzati alla responsabilità sociale; un Social Point dove trovare accesso ai servizi socio assistenziali come il CAF, il patronato, le cure domiciliari, il pronto intervento per piccole manutenzioni a domicilio; uno spazio di coworking e servizi dedicati alla mobilità per anziani e persone con disabilità. E soprattutto un ufficio di riferimento per l’organizzazione locale di soci e Git (Gruppi d’iniziativa territoriale) e le attività di consulenza finanziaria competente – ma senza lo sportello di cassa – del personale di Banca Etica.

In sostanza, grazie a una sinergia di tante realtà virtuose calabresi e non solo, la sede di via Possidonea diventa un luogo “di senso” per chi vi opera. E realizza quello che si definisce un’operazione “win win”, in cui vincono tutti, quindi: la società civile, l’inclusione sociale, la finanza etica e lo Stato. Ma pure il lavoro. All’interno dell’immobile saranno attivati infatti 15 tirocini formativi e 6/8 inserimenti lavorativi in occupazioni di manutenzione domestica e servizi di assistenza alla persona, all’interno delle quattro cooperative partner del progetto.