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Migranti sempre più imberbi, riformare i centri freedom

Carla Trommino (AccoglieRete): “In queste strutture di accoglienza i giovanissimi ci rimangono fino all’adolescenza”. “I Tribunali dei minori di Catania e Palermo si muovono ognuno per conto proprio”

Carla Trommino è presidente dell’associazione onlus Accoglierete, che si occupa, al pari di altri organismi, dei minori stranieri non accompagnati, da qualche tempo sempre più numerosi nei porti di Augusta e Pozzallo. Con lei affrontiamo i temi della complessa e delicata questione dell’accoglienza.

Da pochi mesi siete una struttura accreditata nei centri di accoglienza. Quali sono state le tappe di questo percorso?

‟Nei Cas, i centri accoglienza stranieri gestiti dalla prefettura, finora non potevamo entrare; invece, ultimamente, abbiamo registrato un’apertura da parte del prefetto che ha accolto la nostra richiesta redigendo con noi un protocollo che ci consente di accedere all’interno e individuare eventuali vulnerabilità. Dall’incontro, avvenuto ad agosto, è scaturito il protocollo che firmeremo in questi giorni col prefettoˮ. 

Avete avuto altri confronti? 

‟C’è stato un incontro con la presidente del tribunale dei minori di Catania, ma questo non ha dato risultati positivi, lì hanno un alto volume di lavoro che comporta l’incapacità d’andare incontro alle esigenze specifiche di minori e tutori. L’unica cosa che pensiamo possa essere positiva sarebbe la gestione anche da parte del giudice tutelare, ma il tribunale di Catania ha avocato a sé tutte le competenzeˮ. 

Perché questo?

‟Bisogna sapere che c’è un contenzioso al Parlamento. Infatti, è in discussione alla camera la legge Zampa con scontri sulle competenze fra i tribunali minori e i giudici tutelari. È una partita tuttora aperta. Così succede che se il tribunale di Catania ha avocato a sé tutte le competenze, in quello di Palermo è il giudice tutelare che svolge queste competenze. Insomma ognuno si muove a modo suoˮ. 

Possiamo dire per interessi di bottega? 

‟Questo non ci interessa, per noi l’importante è che tutto sia definitivamente chiarito, così da  allocare le giuste risorse per affrontare il fenomeno, perché la difficoltà riguarda proprio la carenza di organiciˮ.

Quali sono i rapporti con il Comune di Siracusa? 

‟Abbiamo avuto vari incontri con l’assessorato servizi sociali sempre con la loro piena disponibilità. In un primo momento si è giunti a un accordo sull’affidamento di tutti i minori italiani e stranieri. Poi, ultimamente, ci siamo rivisti su argomenti più specifici. Abbiamo posto la richiesta di dover sentire il tutore prima della decisione di spostare un minore, in particolare abbiamo ottenuto che siano accolte le richieste dei più piccoli, che fanno un percorso d’integrazione maggiore avendo più tempo a disposizione. Questa collaborazione e altre sono state poste come basi per un protocollo, dove saranno messi nero su bianco i compiti e gli apporti che ciascuno daràˮ. 

Sappiamo che vi sono strutture di cui molti tutori si lamentano. 

‟Sì, in particolare c’è il centro di prima accoglienza freedom che è l’unica struttura in cui i ragazzi, una volta entrati, non escono più rimanendoci fino a 18 anni. Io penso che ciò dipenda dal fatto che mentre per altre strutture governative di prima accoglienza c’è l’interesse della prefettura di liberare i posti, ciò non è primario con la freedom che dipende dai servizi sociali di Augusta e dalla regione. È per questo che va rilevata l’inadeguatezza di questa tipologia di strutture che in Sicilia sono noveˮ. 

Vogliamo specificare meglio la situazione nella regione?

‟Vi sono le “missioni” del ministero, centri d’eccellenza, ma sono solo tre, assenti in Sicilia orientale, poi vi sono i centri prefettizi oltre alle strutture come la freedom. Oggi con la nuova linea dettata dalla riforma del DL 142/2015 sarà compito solo delle prefetture aprire nuovi centri di prima accoglienzaˮ. 

Varie comunità di seconda accoglienza hanno chiuso e altre sono in grandi difficoltà per la mancanza di denaro, che dal Comune di Siracusa non giunge. 

‟È stato un dramma veder chiudere comunità che svolgevano un buon lavoro ma, non ricevendo denaro anche per otto mesi, hanno dovuto chiudere. Su questa problematica abbiamo incontrato sia l’assessorato sia la prefettura. Quest’ultima ha dichiarato che entro tre mesi, da quando matura il credito, trasferirà il denaro al Comune, mentre è l’assessorato che ha avuto difficoltà nei ritardi dei pagamenti dovuti al cambio col nuovo assessore, il quale ha trovato una situazione bloccata. Però ci è stato assicurato che stanno già accorciando i tempi. Attualmente, sono a quattro mesi da quando arriva il denaro della prefettura, ma hanno intenzione di accorciare i tempi. Bisogna dire che anche qua ci confrontiamo con un loro staff sottodimensionato: sono appena tre gli assistenti socialiˮ.

Abbiamo novità negli ultimi sbarchi?

‟Sì, negli ultimi sbarchi giungono minori con un’età visibilmente più bassa. Io stessa sono diventata tutrice di due ragazzi di 9 e 10 anni, ma vi sono anche minori di 8 anniˮ. 

Così potremmo assistere a fenomeni deleteri per una lunga permanenza di bambini in centri di prima accoglienza che convivono con altri molto più grandi. 

‟Al momento, l’accoglienza non distingue i minori sotto e sopra i 14 anni, ma è anche vero che sono cambiati da sei mesi gli albi delle comunità di seconda accoglienza, cosicché una comunità nell’iscriversi può scegliere la tipologia di minori sopra o sotto i 14 anni e i posti in queste comunità sono parecchi perché finora questa tipologia di minori non si era presentataˮ. 

Voglio sperare che queste nuove comunità, che si apriranno in tutta la provincia, non lo facciano per sfruttare più facilmente una situazione in cui saranno presenti minori più fragili e indifesi. Parecchi tutori hanno presente questo pericolo. 

‟Speriamo di noˮ. 

Abbiamo altre problematiche da segnalare? 

‟Sì, è quella che riguarda il centro freedom. Noi abbiamo fatto un’interpellanza al ministero degli interni, fondo minori stranieri, perché questa struttura non vuole accollarsi le spese dei 2° permessi di soggiornoˮ. 

Che hanno un costo di 30-40 euro?

‟Già e non capisco chi si deve accollare quest’onere. La freedom riceve denaro quanto una comunità di seconda accoglienza e dà meno servizi di questa. Pagare questo permesso, che è richiesto dal minore, non tocca né al minore né alla figura volontaria del tutoreˮ. 

Per concludere, il Papa ha citato l’associazione Accoglierete in un’udienza di qualche giorno fa… 

‟È stato un bel riconoscimento, però avremmo bisogno anche di aiuti concreti, perché i problemi e le difficoltà non finiscono maiˮ.

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