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GIT Sicilia Sud Est

Gruppo di Iniziativa Territoriale di Banca Etica

Progetto per monitorare l’uso di droga tra i migranti nella provincia di Siracusa

Con durata biennale, è finanziato dalla regione per la costruzione di una rete. Fanno uso di stupefacenti soprattutto i ragazzi che, subendo ricatti, cadono in depressione. Inquietante il caso delle ragazzine che, nel 90% dei casi, durante il tragitto subiscono violenze

Il 31 marzo nei locali del dipartimento salute mentale dell’Asl 8 di viale Tica si è svolto un incontro fra le comunità di 1° e 2° livello d’accoglienza minori della provincia e un gruppo di psichiatri e psicologi del centro per dare inizio a uno specifico progetto di due anni finanziato dalla regione per la costruzione di una rete. Lo scopo del progetto – spiegano i promotori – che si rivolge agli stranieri di tutte le età, consiste in una rilevazione mediante screening di questionari in tre diversi moduli che dovrà servire a prevenire e individuare i fenomeni della droga, abbastanza presenti in questa realtà. Partecipavano all’incontro i centri di 1° e 2° livello, le comunità di Belvedere, Palazzolo, Canicattini, quelle di Francofonte, di Priolo, del Cenacolo domenicano, il don Bosco di Noto e Capocorso oltre all’Associazione per tutori Accoglierete. 

Dopo una breve presentazione è seguita un’ampia discussione con la presentazione di quell’universo con i casi più vari e disperati. 

Si faceva notare com’è abbastanza complessa la problematica delle ragazzine che giungono nel 90% dei casi con violenze subite durante il tragitto e molte incinte che vogliono abortire, ma nello stesso tempo col desiderio di uscire dalla struttura al punto di dover sequestrare loro i cellulari. Un’altra nota è quella di conquistare la loro fiducia, l’acquisizione da parte di operatori che agiscono in un certo modo può essere credibile, come anche la facilità di mediatori che hanno una vicinanza d’identità socio-culturale. Tema da tener sempre presente è il rispetto delle loro culture e dei loro bisogni. C’è inoltre la necessità di un grande supporto psicologico per l’estrema varietà di vissuto esperenziale e l’attenzione verso i continui ricatti morali che subiscono, perché su loro contano le famiglie. 

In fondo questi ragazzi sono degli eletti inviati anche da piccoli. In questo periodo partono sempre più piccoli, intorno agli otto anni, dai loro Paesi raggiungendo le nostre coste a 10-12 anni. Certe volte, come raccontava la responsabile di Capocorso, ci si trova davanti a situazioni eccezionali come quella di tre sorelline tutte inferiori ai 10 anni e in questo caso le strutture Asl si sono attivate dimostrando molta professionalità. Osservavano altri operatori che la droga, quando è presente, è procurata fra loro stessi, in special modo dai più grandi e chi ne fa uso sono quei ragazzi che vanno in depressione, cioè quelli che vengono a sapere del respingimento del loro permesso di soggiorno o quelli che subiscono ricatti. La responsabile Asl aggiungeva che fra il mese d’aprile e quello di maggio sarà compiuta una formazione con un corso corposo per cui ci sarà bisogno dell’aiuto ed esperienza creatasi in campo da parte delle numerose comunità. Inoltre il gruppo responsabile ha dichiarato che in questi corsi saranno docenti medici e psicologi di Emergency e altri che lavorano da tempo con i migranti sul territorio. 

Infine il tutore e rappresentante di Accoglierete ha messo in risalto l’importanza della figura del tutore come persona cui il minore si rivolge. Egli diventa un suo specifico punto fermo di riferimento. Il minore, specie quando si trova nei centri di 1° accoglienza, dove c’è più dispersione e la struttura non può per ovvie ragioni seguirlo, ma anche in quelli di 2°, trova in quella figura la fiducia, la serenità, il sostegno, dei consigli. Inoltre, per esperienza diretta, in vari casi, tutto ciò non viene meno neppure quando egli diventa maggiorenne, perché egli ricerca l’ex tutore. Tutto ciò conferma il fattore fondamentale del tutore nell’integrazione e la prevenzione nelle deviazioni. Non a caso sono avvenute situazioni di ragazzi che prima d’andar via hanno chiamato il loro tutore quasi scusandosi o dicendogli dove andavano o facendogli sapere dove erano giunti (Francia, Germania, etc.) segno della fiducia, rispetto, ma soprattutto per rassicurarlo di non aver intrapreso una diversa strada sconsigliata dal tutore. 

Alla fine ci si è salutati concordandosi per un nuovo appuntamento quando il gruppo Asl chiamerà tutti verso maggio. 

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