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Gruppo di Iniziativa Territoriale di Banca Etica

“Nel Siracusano il 25% di disoccupazione e il 60% sono giovani”

Intervista al segretario della Cgil, Paolo Zappulla: “Dinanzi a ciò è doveroso mantenere l’area industriale, adeguandola con le bonifiche per essere ambientalmente compatibile”

Uno studio commissionato dalla Cisl ha riscontrato che la Cgil con il 64.8% è il sindacato più apprezzato fra i lavoratori seguito dalla Cisl 61,3% e Uil 52,8% quindi grandi responsabilità?

“Certamente, abbiamo più iscritti e siamo più rappresentativi nella realtà lavorativa, e abbiamo perciò una grande responsabilità perché vogliamo affrontare i problemi del Paese, in particolare  l’allargamento dell’occupazione”.

Parlando di allargamento, oggi il precariato è non solo aumentato ma si sono diversificate le forme e sono diventate comuni le esternalizzazioni, il grande sfruttamento in certi settori coinvolgendo gli immigrati che vanno a comporre oltre il 6% del Pil pagando tasse e contributi previdenziali. Una studiosa, Lidia Undiemi, che si occupa di ciò, afferma che è il sindacato l’unica forza che può contrastare questo capitalismo iperliberistico che massacra le classi subalterne. Che ne dice? 

“Vero, è un settore che per queste ragioni ha stimolato il nostro interesse nel presentare quelli che chiamiamo contratti di lavoro inclusivi. Ad esempio, in zona industriale vi sono lavoratori in somministrazione (rappresenta una tipologia di contratto perfettamente lecita tra un’agenzia per il lavoro e un’impresa, con cui la prima s’impegna a fornire lavoratori, retribuendoli essa stessa, alla seconda, che non rientrano in nessun contratto quindi con nessuna tutela). Noi, davanti ai possibili rischi cui incorrono, contrapponiamo la soluzione del contratto inclusivo; in sintesi vogliamo la revisione dei contratti per giungere a pochi contratti e di filiera che includono questo tipo di lavoratori, i quali, anche se chiamati autonomi, di autonomi hanno solo il nome, perché difatti lavorano in maniera subordinata. Questo porterà a una maggiore tutela. Inoltre, c’è la proposta diretta agli appalti pubblici ed è quella della clausola speciale. Sappiamo che in queste gare le aziende si presentano cercando di acquisirne la vincita al massimo ribasso. Ciò comporta che poi ci sarà una diminuzione del numero di occupati e dei diritti per quelli che rimangono. Invece vogliamo che siano stabilite delle regole proprio per contrastare questo fenomeno. Con il jobs act il governo Renzi ha dato mani libere all’impresa e dobbiamo affrontare tutto questo”.

Ci sono stati lavoratori che hanno subito da un giorno all’altro un’esternalizzazione compiuta in maniera mascherata da parte di grandi società come Telecom, la banca MPS, ma essi si sono organizzati come gruppo rivolgendosi alla magistratura, non al sindacato, la quale ha recepito le loro giuste rivendicazioni facendoli vincere contro colossi come queste aziende. Addirittura hanno formato un sindacato nel settore delle esternalizzazioni. La Cgil in che rapporto è e vuole muoversi con la magistratura? 

“Certamente dobbiamo avere un’alleanza con la magistratura che, anche se in parte è stata bloccata con le ultime leggi del governo Renzi, può fare ancora molto, ma la Cgil è stata sempre propensa a richiedere il ricorso alla magistratura solo in ultima fase d’azione di tutela dei lavoratori”.

Veniamo ai fatti concreti: cosa vuole mettere in campo il sindacato provinciale in una realtà pienamente in crisi com’è la provincia di Siracusa, che un tempo aveva il più alto reddito pro-capite della regione? 

“È vero, attualmente, c’è il 25% di disoccupazione e il 60% sono giovani. E allora davanti a ciò pensiamo che sia doveroso mantenere l’area industriale, bisognerà adeguarla per essere ambientalmente compatibile con bonifiche tratte da investimenti pubblici che comporterebbero ricadute occupazionali, c’è poi tutto il settore agroalimentare da non trascurare e quello turistico che si sta ingrandendo con le proposte messe in campo, rappresentando una nuova ricchezza per tutta la provincia. Inoltre, dobbiamo uscire dal lavoro stagionale, lo diciamo da tempo alle istituzioni e alle imprese, perché legalizzare questi settori, dando dignità ai lavoratori, diventa importante anche per loro per uscire dalla concorrenza sleale e rilanciare l’economia”.

Oggi più di ieri a tutti i sindacati si presenta un’incognita per il futuro: riguarda una nuova generazione che intenda prendere il testimone. Anni fa esistevano i grandi ideali che hanno portato intere generazioni ad avvicinarsi alla Cgil, oggi si è in una situazione totalmente differente… 

“In questo periodo abbiamo la maggior parte dei giovani presente nei servizi e precari, il 90% è sotto i 40 anni e hanno una diversa percezione del sindacato, chiedono solo di essere tutelati, occorre da parte nostra capire i nuovi bisogni che li guidano, per questo parlare con loro è importante. Abbiamo avuto l’esperienza dello sportello orientamento giovani che, di là dagli aspetti negativi causati dalle istituzioni, ha portato risultati positivi nel far conoscere il sindacato da parte di molti giovani”.

Un sindacato confederale come la Cgil, che ha un grande passato alle spalle, ha l’obbligo di impegnarsi nella realtà sociale con varie iniziative. Vi sono, si pensano o ancora… 

“Abbiamo organizzato nel centenario della fondazione della Cgil nella provincia incontri nelle scuole superiori e medie presentandoci con il film Pane e libertà (racconta la vita di Giuseppe Di Vittorio), cos’è il sindacato, discutendone con loro. Del resto, non siamo noi il sindacato che dà spazio all’organizzazione dell’unione degli studenti? Tutto è andato oltre le aspettative”.

Una domanda che oggi è più importante di anni fa: in questa provincia cosa possiamo dire a proposito dell’unità sindacale? 

“Come Cgil abbiamo dei vincoli imposti dal nazionale, ma i lavoratori, naturalmente, non accettano ciò e ci richiamano a una responsabile unità sapendo di questi tempi quanto è importante”.

Sta nascendo un partito a sinistra del Pd, la nuova sinistra; cosa ne pensa il segretario provinciale del più grande sindacato italiano? 

“Si guarda con attenzione ai fenomeni politici, perché in questo momento al sindacato manca un riferimento politico. È sotto gli occhi di tutti la mutazione genetica del Pd di Renzi; oramai la sua caratterizzazione è di aver abbandonato il mondo del lavoro e il sud. Sono profondi errori di valutazione, perché la disuguaglianza aumenta sempre più e dalla crisi non si esce se non si riprende il sud, qui occorrono investimenti in infrastrutture, strade per il trasporto di merci e persone, etc. e tutto ciò costituisce un volano occupazionale per un’economia che finalmente possa muoversi e uscire dal tunnel della crisi”.

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